La Nuova Sardegna

Oristano

Cavalcaferrovia a Simaxis, il silenzio delle istituzioni

di Simonetta Selloni
Cavalcaferrovia a Simaxis, il silenzio delle istituzioni

La denuncia dell’Associazione ex esposti amianto: nessun intervento sull’area Già dal mese di giugno la ditta appaltatrice aveva inviato le segnalazioni

05 marzo 2017
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SIMAXIS. Parla di “silenzio assordante da parte delle istituzioni”, l’Associazione ex esposti amianto, sulla vicenda del cantiere del cavalcaferrovia di Simaxis, al centro di una vera e propria disputa ormai anche giudiziaria tra il committente, Rete Ferroviaria italiana e la ditta appaltatrice, la Cidieffe di Colico, che aveva chiesto a Rfi una variante dopo aver constatato che nel cantiere insisteva una quantità di gran lunga superiore ai rifiuti e di tipologia ben diversa da quanto prospettato dal committente. L’associazione, attraverso il presidente Giampaolo Lilliu, denuncia “l’assenza di azioni da parte degli enti, delle amministrazioni e delle istituzioni, ognuno per il proprio compito, atte a trovare soluzioni idonee e concrete per bonificare e mettere in sicurezza l’area interessata ai lavori”. In quell’area infatti, la Cidieffe costruzioni aveva riscontrato già il 23 giugno scorso la presenza di amianto, informando tutti i soggetti legittimati a intervenire: Rfi, Arpas, Asl, Nucleo operativo ecologico e ovviamente i comuni di Simaxis e Oristano sui quali ricade il cantiere, e inviando un esposto anche alla Procura, che ha aperto un'inchiesta. Rfi invece, non solo non aveva copiuto alcun passo, ma aveva dato corso alla risoluzione del contratto con la Cidieffe. Anche l’Associazione ex esposti aveva presentato una denuncia. Da allora, si è mosso solo il Comune di Simaxis che il 28 settembre scorso ha ingiunto a Rfi la bonifica dei luoghi. Per poi fare un clamoroso dietro-front, a fronte dei una comunicazione di Rete Ferroviaria che sostiene di non poter entrare nel cantiere, ancora in custodia alla Cidieffe, perché la ditta avrebbe impedito l’accesso. Ora, la Cidieffe ha la custodia del cantiere perché Rfi non ha proceduto a redigere lo stato di consistenza dei lavori; compito che sarà svolto da un perito indicato dal tribunale di Cagliari, che ha accolto la richiesta di accertamento preventivo formulata dalla Cidieffe, allo scopo di stabilire la natura dei rifiuti, se siano compatibili con il progetto originario. Da sottolineare che a quell’accertamento Rete ferroviaria si era inspiegabilmente opposta. Sul terreno hanno già compiuto sopralluoghi sia i due Comuni interessati, la Forestale su delega della Procura, la Asl, ma mai l’Arpas.

L’Associazione ex esposti ritiene «molto preoccupante che ad oggi non esista alcun provvedimento che delimiti l’area e che venga segnalata con appositi cartelli, la presenza dell’amianto. Compito questo che riteniamo spetti ad enti, amministrazioni pubbliche e istituzioni che hanno l’obbligo di intervenire su aree contaminate per garantire la tutela dell’ambiente e la difesa del diritto alla salute dei cittadini».

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