La Nuova Sardegna

Oristano

Da Mont’e Prama a Xi-An Spunta una pista cinese

di Piero Marongiu
Da Mont’e Prama a Xi-An Spunta una pista cinese

Nell’ipogeo di San Salvatore è tornato il georadar del professor Gaetano Ranieri Lo scrittore americano Burman ipotizza un legame con l’Esercito di terracotta

23 luglio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Qualche giorno fa a Cabras, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha firmato insieme al presidente della Regione Francesco Pigliaru e al sindaco di Cabras Cristiano Carrus un accordo di valorizzazione per i Giganti di Mont’e Prama, il primo passo verso una futura Fondazione che gestirà il nuovo museo. E se per i Giganti il ministro ha profetizzato un “grande successo mondiale”, sotto il profilo della capacità di attirare turisti da tutto il mondo, continuano le ricerche per capire se esistano collegamenti con altre realtà archeologiche, vicine ma anche – almeno dal punto di vista chilometrico e culturale – molto distanti.

Per capire se ci sia la possibilità che esista e un collegamento tra la cultura di Mont‘e Prama e l’ipogeo di San Salvatore, Gaetano Ranieri, già professore di geofisica applicata all’università di Cagliari, che guida un’equipe di tecnici del laboratorio di Geofisica, in questi giorni sta effettuando dei rilevamenti con il georadar. «Sulla datazione del tempio – spiega Gaetano Ranieri – c’è chi ritiene sia del II secolo avanti Cristo, chi tra il II o il IV dopo Cristo. Certezze però nessuna».

Il gruppo di studiosi ha effettuato una serie di indagini fotografiche con apparecchiature altamente sofisticate sulle figure dipinte nell’ipogeo. «I risultati – dice Ranieri – sono ancora in fase di studio. Più avanti saranno resi noti e andranno a far parte di una pubblicazione». Oltre al georadar (uno strumento messo a punto dallo stesso Gaetano Ranieri, utilizzato in varie occasioni anche per ricerche effettuate in altri importanti siti, compreso Mont‘e Prama), sono state usate anche altre apparecchiature, come lo scanner laser (con il quale sono stati effettuati i rilevamenti sul sito dall’alto) e la fotografia all’infrarosso. I dati ottenuti, debitamente comparati con quelli rilevati nell’ipogeo, andranno a comporre una serie di immagini tridimensionali che potrebbero fornire informazioni molto importanti sia per quanto attiene la datazione del sito, sia per provare il possibile collegamento con Mont’e Prama.

Insomma, se in quel periodo era ancora vivo il culto di Mont’e Prama, lo studio in corso potrebbe rivelare disegni che riportano alla collina più famosa del Sinis, e al suo utilizzo, in epoca cristiana, come luogo di culto.

A interessarsi di Mont’e Prama in questi giorni è anche lo scrittore americano Edward Burman, in Sardegna per una serie di conferenze. Burman, che ha insegnato in alcune Università italiane, autore di molti libri di successo, è un grande conoscitore della statuaria di Xi-An, l’esercito di terracotta, rinvenuto in Cina nel 1974, lo stesso anno in cui vennero ritrovate le prime statue dei guerrieri di Mont’e Prama.

«Potrebbe esserci un importante collegamento tra le due statuarie – ha spiegato Burman –. E questo dato è confortato dalle ultime scoperte effettuate su alcune statue di terracotta, sulle quali si pensa ci sia qualche influenza Greca, che riporta al culto di Heracle». Il viaggio nel Sinis di Burman, dunque, ha come scopo la realizzazione di un nuovo libro. «Sì – spiega l’interessato». Penso che partendo dalla presenza di Ercole nelle varie culture, si possa arrivare anche a Xi-An».

Da Mont’e Prama all’ipogeo di San Salvatore ci sono solo pochi chilometri. Altro discorso è la Cina. Ma queste ipotesi di collegamento – tutte ancora da indagare e verificare – aggiungono ancora più fascino ai Giganti e alla loro storia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Trasporti

Aeroitalia, voli in overbooking: è polemica su call center e check-in online

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative