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Senza numeri, l’istituto professionale cerca la salvezza

di Maria Antonietta Cossu
Senza numeri, l’istituto professionale cerca la salvezza

GHILARZA. La partita sull’attivazione della prima classe dell’Ipsia è ancora aperta. Il numero di domande d’iscrizione è inferiore alla soglia stabilita dalla norma, ma l’aver mancato l’obiettivo in...

09 febbraio 2018
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GHILARZA. La partita sull’attivazione della prima classe dell’Ipsia è ancora aperta. Il numero di domande d’iscrizione è inferiore alla soglia stabilita dalla norma, ma l’aver mancato l’obiettivo in questa fase non significa che tutto sia compromesso. Le richieste di accesso registrate fino al 6 febbraio non raggiungono la quota minima, ma con alcune pratiche ancora in corso di valutazione il dato è tutt’altro che definitivo e teoricamente destinato a crescere.

Questa possibilità forse non consentirebbe ugualmente di tagliare il traguardo, ma legittimerebbe delle speranze. Devono però concorrere diversi presupposti a partire dall’istanza stessa di attivazione di una prima classe. La richiesta compete alla direzione scolastica che, per decidere di esercitare tale facoltà, dovrà fare una serie di valutazioni sulle deroghe. Nel caso in cui ritenesse di avere gli elementi per procedere, il successo dell’istanza dipenderà dalle determinazioni di Miur e Ufficio scolastico provinciale. Il primo nodo sarà sciolto nei prossimi giorni, ma a prescindere dai risvolti immediati, la questione dell’Ipsia dovrà essere contestualizzata in un piano d’azione più ampio diretto a impedire che la progressiva parcellizzazione della rete scolastica assesti il colpo di grazia definitivo a un’area afflitta dai problemi dello spopolamento e dello smantellamento dei servizi.

«Il bacino demografico si è impoverito notevolmente e la percentuale dei potenziali utenti si è ridotta. La scuola ne risente molto. Sarebbe opportuno avviare un ragionamento in termini territoriali sul potenziamento di infrastrutture e servizi, a cominciare dai trasporti, che sono fondamentali per la mobilità dei giovani – spiega il professore di Elettronica Serafino Piras–. L’istituto professionale è tra quelli che offrono di più in termini di sbocchi occupazionali immediati, posto che la scelta di questo corso di studi non preclude la possibilità di iscriversi all’università. L’Ipsia di Ghilarza sta recependo le indicazioni del ministero investendo molto nel campo dell’innovazione, ma questo non basta: è necessario che tutto il territorio faccia quadrato attorno alla scuola e agli altri servizi, altrimenti i ragazzi andranno via. È un problema di tutti: politici, famiglie, scuola, amministratori».

Un recente tentativo di salvaguardare il sistema scolastico locale ha visto coinvolte tutte le amministrazioni del Guilcer, che però hanno perso la battaglia sul globale. «Gli istituti superiori di Ghilarza garantiscono un elevato livello di preparazione – afferma la vicesindaca Paola Piras –. Il fatto che siano realtà piccole rappresenta anche un vantaggio per gli studenti, che vengono seguiti meglio non solo dal punto di vista della formazione, che pure è prioritaria, ma sotto l’aspetto educativo e psicologico».

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