La Nuova Sardegna

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Oristano, battaglia sui beni della zia: il giudice assolve la nipote

Michela Cuccu
Oristano, battaglia sui beni della zia: il giudice assolve la nipote

Era accusata di essersi impossessata di titoli e immobili in modo fraudolento. La difesa: lei era stata l’unica che aveva accudito la donna prima della morte

13 novembre 2019
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ORISTANO. Giovanna Maria Mastino, 65 anni di Tresnuraghes, non si impossessò con sotterfugi delle proprietà dell’anziana zia e soprattutto, non approfitto delle precarie condizioni di salute per raggirarla.

Ieri mattina, la giudice monocratica Elisa Marras, l’ha infatti assolta “perchè il fatto non sussiste”, disponendo anche il dissequestro dei beni contesi e la loro restituzione alla legittima proprietaria. Ci sono voluti ben cinque anni per arrivare al termine di un processo che sicuramente, ha avuto l’effetto di provare i nervi dei protagonisti e forse a minare i rapporti all’interno di una famiglia. A impugnare il testamento e rivolgersi alla magistratura, era stato un cugino della signora Mastino, Giancarlo, che al processo rese una testimonianza dai toni drammatici. Rispondendo alle domande delle controparti, tra cui l’avvocato di parte civile Massimiliano Ravenna e l’avvocato difensore Guido Manca Bitti, aveva rappresentato una situazione degna della sceneggiatura di un film. Aveva infatti raccontato di come all’improvviso sparirono dai vari conti intestati alla zia cifre importanti come 150 mila euro di buoni fruttiferi postali. Secondo il pubblico ministero, Daniela Caddeo che aveva chiesto la condanna dell’imputata a due anni e otto mesi, quei soldi sarebbero stati convertiti in polizze che avevano come beneficiario proprio la nipote, la quale era ritenuta anche l’ispiratrice di una serie di prelievi bancari a quattro zeri e del testamento con cui la signora aveva anche lasciato in eredità proprio alla nipote la villa al mare, a due passi da Porto Alabe per un valore stimato di circa mezzo milione di euro. Giancarlo Mastino riferì di essere intervenuto nel momento in cui scoprì i movimenti bancari a suo parere sospetti, presentò una denuncia contro quella cugina che, come disse l’avvocato di parte civile Massimiliano Ravenna (che si era allineato alle tesi del pubblico ministero sostenendo le responsabilità della donna) sarebbe comparsa sulla scena all’improvviso senza che in precedenza ci fossero stati contatti con la zia. Di più. Giancarlo Mastinu aveva anche impugnato il testamento, sostenendo che fosse stato formulato in un momento di salute particolarmente critico dell’anziana zia che probabilmente, non era in quella fase in grado di comprendere completamente ciò che faceva.

Un processo lungo, con tante udienze e molti scambi di accuse fra familiari, che a un certo punto ha preso una piega diversa. Avvenne quando fu il momento di dare la parola al legale della difesa, arrivato a conclusioni opposte a quelle degli accusatori. L’anziana avrebbe fatto tutto spontaneamente, senza che la nipote la spingesse a dare a lei i soldi e intestarle la casa. Anzi, come riferì l’avvocato Guido Manca Bitti, Giovanna Maria Mastinu, che abitava di fronte all’anziana zia, sarebbe stata l’unica parente ad accudire quotidianamente la signora per tutto il periodo sino al decesso.

Sarebbe quindi stata una libera scelta quella di intestare i risparmi di una vita alla nipote, versione contestata dall’accusa che ritiene invece che l’avvicinamento fosse stato interessato.

Accuse dissolte nell’arco di una manciata di minuti, quando, il giudice monocratico Elisa Marras, poco dopo le 13 ha pronunciato la sentenza di assoluzione con formula ampia, disponendo il dissequestro e la restituzione alla signora Mastinu dei beni non estorti ma ottenuti in donazione.



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