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Dal Barigadu appello dei sindaci per ripensare la sanità locale

BUSACHI. Ripensare la sanità pubblica secondo un sistema decentrato dell’assistenza e più rispondente ai bisogni delle popolazioni delle zone interne, un modello di gestione della salute che integri...

08 maggio 2020
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BUSACHI. Ripensare la sanità pubblica secondo un sistema decentrato dell’assistenza e più rispondente ai bisogni delle popolazioni delle zone interne, un modello di gestione della salute che integri i servizi ospedalieri con la medicina territoriale.

Lo chiedono i sindaci del Barigadu in un documento indirizzato al presidente della giunta regionale nel quale si rileva l'urgenza di avviare un processo di cambiamento basato su principi di complementarietà e sussidarietà rispetto alla visione ospedalicentrica su cui si sono basate le ultime riforme.

Le ragioni di questa rivendicazione sono argomentate in un ordine del giorno presentato dal sindaco di Sorradile e condiviso dall'assemblea dell'Unione dei Comuni, che si è riunita ieri in teleconferenza. L'istanza fa leva su un bisogno avvertito diffusamente da tempo ma scaturisce anche dalla crisi che ha investito l'intero Paese a seguito dell'ondata epidemica e che ha messo a nudo la fragilità del sistema regionale e nazionale della salute pubblica.

«L’imperativo è di guardare all'emergenza e di investire nella resilienza della società, non solo dal punto di vista finanziario ma anche sanitario, ambientale e sociale», rileva Pietro Arca, sindaco di Sorradile, andando al nocciolo della questione.

«È necessaria una nuova attenzione per la medicina territoriale delle aree interne che hanno necessità ed esigenze organizzative diverse rispetto alle realtà metropolitane». Questo presuppone un approccio politico diverso e una programmazione che i sindaci vorrebbero si focalizzasse in particolare sui nodi della medicina di famiglia, dei servizi infermieristici territoriali, dei trasporti, della tecnologia applicata alla medicina e dell'accoglienza della terza età. Nell'ordine del giorno si sollecitano alla Regione azioni incisive finalizzate a sanare la carenza dei medici di base e a integrare la loro attività con quella dell'infermiere di comunità. In questo ragionamento s'innestano lo sviluppo della telemedicina e dei trasporti.

Infine si caldeggia un modello di assistenza agli anziani diverso dalle case di riposo e più vicino alla gestione dell'albergo diffuso con cure e prestazioni domiciliari, sulla falsariga del Borgo della salute del quale si stanno gettando le basi a Sorradile. Su questi temi i sindaci impegneranno il governatore Solinas.

«Riteniamo non più rinviabile – conferma il presidente dell'Unione Giovanni Orrù – la riforma della medicina di base, la presenza dell'infermiere di comunità, l'inserimento nei poliambulatori di tutte le figure specialistiche e il rilancio dei piccoli ospedali nei quali garantire il primo intervento».

Maria Antonietta Cossu

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