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Tradizioni e leggi

L’Unesco per salvare l’Ardia dal decreto del governo

di Alessandro Mele
L’Unesco per salvare l’Ardia dal decreto del governo

La proposta del consigliere regionale Peppino Canu: «Così possiamo salvare la corsa patrimonio di tutta la Sardegna»

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Sedilo La due giorni del 6 e 7 luglio si avvicina e ancora il ministro dello Sport Andrea Abodi non è retrocesso di un passo rispetto al suo decreto sicurezza scritto per le manifestazioni equestri, che rischia di far saltare l’Ardia di Sedilo e altre corse identitarie in varie parti della Sardegna. La reazione del mondo politico isolano, a tutti i livelli, non si è fatta attendere e dopo gli interventi delle istituzioni locali, l’interrogazione del deputato di Forza Italia Pietro Pittalis e la proposta di legge presentata dai Riformatori Sardi, arriva anche l’intervento del consigliere regionale di Sinistra Futura, Peppino Canu. Ma non solo: la Regione sta davvero prendendo a cuore le sorti dell’Ardia di Sedilo tanto da annunciare, proprio in questi giorni così caldi per il futuro della corsa di San Costantino, un finanziamento da un milione di euro per la realizzazione di un centro di documentazione multimediale proprio nel cuore di Sedilo.

«L’applicazione della nuova disciplina sulle manifestazioni che si svolgono fuori dagli impianti autorizzati, introdotta con il decreto dello scorso gennaio dal ministro dello Sport del governo Meloni – afferma il consigliere regionale Peppino Canu –, rischia di cancellare l’Ardia di Sedilo, che non è una competizione alla stregua di un qualsiasi palio, ma una corsa tradizionale con origini antiche». Secondo l’esponente di Sinistra futura, il decreto Abodi non fa altro che aggiungere tensioni negli ambienti tra i quali gravita chi organizza l’Ardia. Una corsa già particolarmente regolamentata proprio in tema di sicurezza. «Negli ultimi 20 anni, e soprattutto dall’adozione dell’ordinanza Martini nel 2009 – specifica sul punto l’onorevole –, tanto si è fatto a Sedilo per garantire la sicurezza del pubblico, di cavalli e cavalieri. Per citarne qualcuna l’introduzione della protezione nell’arco di ingresso al santuario, le numerose zone interdizione al pubblico, il rafforzamento del servizio d’ordine e dei fucilieri, i controlli veterinari sui cavalli. Un compromesso tra tradizione e sicurezza, sicuramente da migliorare, ma non da stravolgere, come previsto oggi dal decreto ministeriale, con l’introduzione di paratie, barriere e modifiche al percorso che, oltre che rendere la manifestazione più pericolosa sia per gli stessi cavalli sia per il pubblico che assiste, ne snaturerebbero il suo significato rituale».

E aggiunge: «Se un miglioramento sulla sicurezza ci deve essere che si intervenga, ad esempio, sul binomio cavallo-cavaliere, introducendo visite d’idoneità più accurate, con esami specifici sugli arti eseguiti da ippiatri professionisti per una migliore selezione degli animali che partecipano alla corsa». In chiusura, Peppino Canu lancia poi l’idea legata a un riconoscimento della corsa tra i patrimoni dell’umanità: «Gli enti coinvolti, il Comune e l’associazione Santu Antinu, anche con l’ausilio della Regione – spiega –, riprendano il discorso interrotto tempo fa sulla candidatura della festa di San Costantino a patrimonio dell’Unesco. Dalla sua valorizzazione culturale passa anche la sua conservazione futura. Una festa che da quattro secoli è raccontata da storici, scrittori, intellettuali, poeti, viaggiatori e registi, considerata tra i momenti più importanti della storia e dell’identità sarda». Una proposta nuova, quella di Peppino Canu, che lancerebbe l’Ardia nell’olimpo dei patrimoni materiali e immateriali dell’isola insieme ai muretti a secco e ai suoni arcaici del canto a tenore. Intanto, nella serata organizzata all’anfiteatro comunale di Ghilarza, è stato lo stesso assessore regionale al Bilancio, Giuseppe Meloni, ad annunciare il finanziamento da un milione di euro che arriva dai fondi per la programmazione territoriale e che, con la nascita del centro di documentazione multimediale, contribuisce ad aggiungere ancora più valore storico e culturale all’Ardia di San Costantino. Qualora ce ne fosse ancora bisogno.

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