Omicidio di Claudio Manca, prima investito poi pestato: nei guai è finito Battista Manis
La convinzione degli investigatori: l’uomo avrebbe infierito a mani nude o dato il colpo di grazia al rivale con un oggetto
Terralba Prima l’avrebbe investito, poi sarebbe sceso dall’auto per finire il lavoro. Forse si sono incrociati per caso, forse gli stava appresso e cercava il momento giusto per agire e vendicare l’incendio della sua casa. Fatto sta che giovedì, quando il sole era pressoché calato sulla circonvallazione di Terralba, l’auto su cui viaggiava Battista Manis si sarebbe trovata davanti o di fronte la bicicletta con Claudio Manca in sella. A quel punto l’imprenditore non avrebbe frenato il suo impulso e, accecato dall’odio sempre più esasperato degli ultimi giorni, gli sarebbe andato contro. Secondo gli inquirenti, però, Claudio Manca non sarebbe morto per le conseguenze dell’incidente, ma sarebbe rimasto a terra ferito, forse incapace di muoversi.
È stato in quel momento che Battista Manis avrebbe seguito il suo impulso di violenza e avrebbe deciso di scendere dalla macchina e portare a termine la missione, quella di dare una lezione ancora più pesante al compaesano 49enne che riteneva l’autore del rogo che qualche giorno prima aveva mandato in cenere alcune stanze della villetta di via Sicilia in cui l’imprenditore abita. Non è ancora chiaro se a mani nude o portando con sé un oggetto che aveva già oppure raccogliendo qualcosa che potrebbe aver trovato in terra. Questa è una prima parziale ricostruzione di quanto gli inquirenti ritengono sia avvenuto la sera di giovedì 23 settembre, tutto il resto invece è da scrivere o forse solamente da cristallizzare attraverso le indagini che ancora non si fermano.
Chi si aspettava che il vulcanico Battista Manis parlasse ancora, si è subito ricreduto. Molto loquace per parecchi giorni sui social con le sue dirette in cui accusava, tra le altre persone, anche la vittima, davanti alla giudice per le indagini preliminari Federica Fulgheri ha scelto la via del silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. L’udienza di convalida del fermo per indiziato di reato, che a questo punto è palesemente l’omicidio volontario, è durata quindi giusto il tempo per svolgere le formalità procedurali. Battista Manis è sceso dal furgone della polizia penitenziaria attorno alle 11, poi, scortato da tre agenti, è stato accompagnato sino all’aula in cui si è svolta l’udienza e dove erano presenti il pubblico ministero Marco De Crescenzo che coordina l’indagine affidata ai carabinieri e l’avvocato Antonio Pinna Spada in sostituzione del titolare del caso, l’avvocato Ivano Chiesa. Quest’ultimo è dato in arrivo da Milano in Sardegna oggi, giornata in cui si svolgerà l’autopsia. L’incarico verrà affidato in teleconferenza, poi il medico legale Roberto Demontis si metterà al lavoro. Anche da lui gli inquirenti si aspettano risposte chiare, soprattutto per stabilire l’ora della morte, capire se è coincidente con il momento dell’aggressione, chiarire la causa esatta del decesso e quale oggetto l’abbia provocata. All’esame del medico legale che si svolgerà a Cagliari, parteciperà anche il consulente delle parti offese, i genitori e la sorella di Claudio Manca. Per loro l’avvocato Fabio Costa ha nominato il medico legale Domenico Nuvoli.
Era solo? Intanto nella testa degli inquirenti continua ad affacciarsi un dubbio: Battista Manis ha fatto tutto da solo o è stato aiutato? C’era qualcuno con lui prima del maldestro tentativo di recarsi all’autolavaggio con un abbigliamento molto particolare per provare a pulire da una delle macchine di sua proprietà le tracce che avrebbero smascherato il coinvolgimento nell’incidente e avrebbero portato sulle sue piste? Il via vai notato in caserma lascia intendere che una buona parte di questa storia sia ancora da scrivere.