La Nuova Sardegna

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Cultura

Oristano, il museo giudicale vede la luce

di Michela Cuccu
Oristano, il museo giudicale vede la luce

Arrivano le prime risorse per la sua realizzazione in due case diverse

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Oristano Una storia che dura da quasi vent’anni e un’epopea, quella del Giudicato d’Arborea, che finalmente trova la sua casa museale. Il Comune di Oristano ha compiuto l’ultimo, decisivo passo burocratico per sbloccare il progetto per la nascita del museo e del centro di documentazione della Sardegna giudicale, un’opera attesa dal lontano 2005 e destinata a risiedere nelle due sedi storiche di Palazzo Arcais a Oristano e dell’ex Monte Granatico a Sanluri.

Una recente determinazione dirigenziale ha proceduto all’accertamento di entrata di 2 milioni e 400mila euro di finanziamento regionale, dando il via libera alla fase esecutiva del progetto. La notizia mette un punto fermo su un percorso logistico e finanziario lunghissimo. Nato da un’idea della Regione per valorizzare il periodo dei Giudicati, l’ambizioso progetto ha visto una lenta evoluzione che ha coinvolto la Provincia di Oristano e i Comuni di Oristano e Sanluri.

La firma del protocollo d’intesa e l’impegno iniziale della Regione a finanziare la struttura risalgono al 2007. Anni dopo, la giunta regionale aveva stanziato 590mila euro per gli interventi di manutenzione straordinaria dei due immobili storici: 500mila euro per il centrale Palazzo Arcais, la storica dimora di Corso Umberto a Oristano, e 90mila per il Monte Granatico, di Sanluri che versava in condizioni migliori. Il finanziamento complessivo di 3 milioni di euro è stato recentemente riprogrammato, dividendo le competenze: la Regione gestirà i restauri, mentre il Comune si occuperà di progetto culturale, allestimento e gestione.

La determina, firmata dalla dirigente Maria Rimedia Chergia, non è solo un atto contabile; è la conferma dell’arrivo delle risorse, formalizzato dalla convenzione di finanziamento stipulata tra la Regione e il Comune il 31 dicembre 2024. Il piano finanziario ora è dettagliato e scaglionato, assicurando che l’opera prosegua con un flusso di cassa certo: 180mila euro previsti per il 2025; 410mila per il 2026 e il 2027; 1 milione e 400mila per il 2028. Questo accertamento di entrata non solo sblocca i fondi per i lavori, ma permette al Comune, in qualità di stazione appaltante, di procedere con l’affidamento dei bandi per il progetto culturale, l’allestimento e il piano di gestione.

L’assessora regionale ai Beni Culturali, Ilaria Portas, aveva già evidenziato l’importanza del progetto, sottolineando che l’esposizione e l’attività delle due sedi saranno improntate alla massima apertura, accessibilità e inclusività. Ora l’obiettivo è riempire i due edifici di reperti e documenti che ricostruiscano la storia dei Giudicati sardi.

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