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Tredicesima più ricca e taglio Irpef: cosa cambia per i lavoratori dal 2026

Tredicesima più ricca e taglio Irpef: cosa cambia per i lavoratori dal 2026

La misura più attesa riguarda la gratifica natalizia, oggi tassata come il resto del reddito

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Il Governo sta lavorando a un pacchetto fiscale che potrebbe incidere in modo significativo sulle buste paga degli italiani. Due le misure principali in discussione nella legge di bilancio 2026: la detassazione della tredicesima mensilità e un nuovo taglio dell’Irpef destinato ai redditi medio-bassi.

Due ipotesi per la tredicesima

La misura più attesa riguarda la gratifica natalizia, oggi tassata come il resto del reddito. Secondo quanto riportato da SkyTG24, sono allo studio due soluzioni. La prima prevede la detassazione totale della tredicesima, che resterebbe soggetta soltanto ai contributi previdenziali. La seconda ipotesi, più sostenibile per le finanze pubbliche, introdurrebbe un’aliquota agevolata del 10 per cento, sul modello già applicato ai premi di produttività.

Le simulazioni  Con una detassazione piena, un lavoratore con reddito annuo lordo di 28.000 euro guadagnerebbe circa 321 euro netti in più; con l’aliquota ridotta, il vantaggio scenderebbe a 182 euro. Per chi percepisce 60.000 euro lordi, il beneficio salirebbe fino a 1.802 euro in caso di esenzione totale o a 1.383 euro con imposta al 10 per cento.

Taglio Irpef per la classe media Parallelamente, il Ministero dell’Economia studia una riduzione dell’Irpef sullo scaglione compreso tra 28.000 e 50.000 euro, che oggi è tassato al 35 per cento. L’aliquota potrebbe scendere al 33 per cento, con un risparmio medio stimato di circa 440 euro l’anno, pari a poco più di 35 euro al mese. L’obiettivo è sostenere il potere d’acquisto del ceto medio, quello più colpito dall’inflazione e dal peso fiscale.

I costi e le incognite La copertura finanziaria resta però il nodo principale. La detassazione completa della tredicesima costerebbe oltre 10 miliardi di euro alle casse dello Stato, motivo per cui il Governo sembra orientato verso la soluzione “intermedia” con imposta sostitutiva al 10 per cento. Possibili anche limiti di reddito o soglie Isee per escludere i contribuenti con redditi più alti.

Si ipotizza inoltre un riordino delle detrazioni fiscali, che potrebbero essere ridotte per i redditi elevati, al fine di bilanciare l’effetto del taglio Irpef.

Effetti sull’economia Secondo i dati del Ministero dell’Economia, nel 2024 il reddito disponibile degli italiani è cresciuto del 3 per cento rispetto all’anno precedente, ma la disuguaglianza tra le fasce più alte e più basse non si è ridotta. Le nuove misure mirano quindi a dare un impulso ai consumi interni e a restituire fiducia ai lavoratori dipendenti, tradizionalmente i più penalizzati dal sistema fiscale.

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