La Nuova Sardegna

Conservatoria, l'Isola Bocca resta al palo

<b>Fari e torri della Gallura </b>A sinistra Capo Figari a Golfo Aranci In basso, Capo d&#146;Orso a Palau A destra, l&#146;Isola Bocca nel golfo di Olbia
Fari e torri della Gallura A sinistra Capo Figari a Golfo Aranci In basso, Capo d’Orso a Palau A destra, l’Isola Bocca nel golfo di Olbia

Fari e torri costiere, la Regione affida in gestione 5 siti in Gallura. Nell'elenco manca Olbia

29 dicembre 2011
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 OLBIA. C'è anche la Gallura nell'elenco dei 13 siti (fari, semafori, torri costiere, immobili e infrastrutture affacciate sul mare) di proprietà regionale e ora affidati alla Conservatoria delle coste. Ci sono strutture notissime come Capo Figari a Golfo Aranci o Capo d'Orso a Palau, e poi i fari di Santa Maria, Razzoli e Testiccioli nell'arcipelago della Maddalena. Grande assente, il faro dell'isola Bocca, all'ingresso del golfo di Olbia. Nell'elenco non c'è traccia e il futuro della struttura resta ancora avvolto nell'incertezza.  Come ha stabilito la delibera della giunta regionale (proposta dell'assessore degli Enti locali e Urbanistica Nicola Rassu, d'intesa con l'assessore dell'Ambiente Giorgio Oppi), l'affidamento alla conservatoria delle Coste è finalizzato alla gestione delle strutture «al fine di provvedere all'elaborazione di un programma dettagliato per la loro valorizzazione». Assicurare la gestione però significa anche curare eventuali procedimenti pubblici per l'affidamento in concessione degli immobili.  In altre parole, significa che per le cinque strutture galluresi indicate nel «pacchetto» affidato alla conservatoria il futuro potrebbe riservare sorprese. Valorizzare sì, ma anche affidare in concessione: così - tanto per citare un esempio - a Capo Figari oppure nell'isolotto di Razzoli potrebbero sbarcare gestori e concessionari privati.  A questo proposito, la delibera prevede che la Conservatoria e l'assessorato regionale agli Enti locali dovranno individuare destinazioni d'uso per attività economiche o per attività di servizio ai cittadini che richiedono forti interventi di recupero, restauro e ristrutturazione degli immobili che si prospettano estremamente onerosi per l'amministrazione regionale. Per la gestione, finalizzata allo sviluppo di attività culturali ed economiche, inoltre, è prevista la possibilità di utilizzare lo strumento di concessione d'uso a soggetti privati per la riconversione e riqualificazione dei beni immobili. La Regione ha normato anche i tempi dell'affidamento: la concessione avrà durata commisurata al raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa e i canoni saranno in linea con i prezzi di mercato, modulati secondo equilibrio degli investimenti di gestione.  «Prosegue il programma attivato e sviluppato dalla giunta regionale per la valorizzazione del patrimonio della Sardegna - ha commentato l'assessore Rassu - questa strategia è fondamentale per lo sviluppo, la competitività e la coesione del nostro territorio. In questa direzione l'amministrazione regionale è sempre più impegnata nell'accelerare il processo di completamento del percorso di successione dei beni e dei diritti patrimoniali dello Stato, di natura immobiliare e demaniale (escluso quello marittimo), in applicazione dell'articolo 14 dello statuto sardo». «È necessario proseguire in questa direzione - ha aggiunto l'assessore regionale Rassu - perché gestire in modo oculato il nostro ricco patrimonio, vuol dire permettere ai sardi di godere delle incontaminate bellezze della nostra terra e aumentare le possibilità di competere nel mercato turistico internazionale accrescendo un'adeguata economia di settore».(red.ol.)
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