La Nuova Sardegna

Chimica verde, dubbi dell’Università sull’uso dei cardi

di Umberto Aime
Chimica verde, dubbi dell’Università sull’uso dei cardi

Roggero (Agraria di Sassari): «Meglio girasole e colza» Manager e studiosi sentiti in consiglio regionale

31 maggio 2013
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CAGLIARI. La “chimica verde” ha scelto il cardo come materia prima per la produzione di bioplastiche e di energia dalle biomasse a Porto Torres, ma non è detto che sia la scelta giusta. A sollevare più di un dubbio è stata la facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, che ha detto nell’aula della commissione agricoltura del consiglio regionale: «Al posto del cardo, potrebbe essere più conveniente coltivare, ad esempio, il girasole o la colza, visto che questi semi hanno una resa maggiore come olio naturale», e poi «bisogna stare attenti che il cardo, quando sarà piantato in grande quantità per far fronte alle esigenze della centrale alimentate dalle bio-masse, non diventi troppo invasivo per l’agricoltura tradizionale».

Nei fatti, è stata l’audizione dell’agronomo e docente universitario Pierpaolo Roggero a rovinare la presentazione in gran spolvero di Matrica e della “chimica verde” davanti alla commissione presieduta da Paolo Terzo Sanna del Pdl. Sono stati Marco Versari, strategic marketing della Novamont, e i team di Enipower e Versalis a illustrare quello che non è più solo un progetto: «Nel 2016 – hanno detto – i due impianti cominceranno a produrre bioplastica ed energia a pieno regime. Questa è la data sicura perché finora la sperimentazione ha dato esiti molto positivi». E a quel punto lo staff ha messo uno dopo l’altro un’infinità di numeri per confermare l’eco-sostenibilità di Matrica, il suo sicuro successo economico, l’investimento sarà intorno al miliardo, e soprattutto confermare che «i posti di lavoro saranno settecento», come del resto avevano già annunciato il giorno della solenne inaugurazione a Porto Torres. Tutto questo è andato in scena, in mattina, nell’aula della commissione, poi c’è stato il colpo di scena. A dire che tutto non è così chiaro è stato Pierpaolo Roggero, convocato in audizione insieme all’ex dirigente dell’Asl di Sassari, Mario Budroni, che ha diretto per anni il servizio di epidemiologia e organizzato il registro dei tumori. Cioè è un esperto dell’impatto che ha l’industria sulla salute delle persone e l’ambiente. Ed è stato il docente della facoltà di Agraria a mettere sul tavolo diverse domande e anche molti dubbi sulle certezze dello staff di Matrica. A cominciare da quella, clamorosa, che il cardo non sia la migliore materia prima per estrarre dai suoi semi l’olio naturale alla base della produzione di bio-plastiche. Secondo le ricerche di Pierpaolo Roggero, «colza, girasole e anche altri vegetali, potrebbero avere una resa molto più alta». Poi ha aggiunto che «la coltivazione intensiva del cardo (la centrale a biomasse ha bisogno di grandi quantità) potrebbe avere contraccolpi sulle coltivazioni tradizionali». I due pareri hanno lasciato più di uno strascico fra i commissari, tanto da far dire al consigliere regionale Luigi Lotto (Pd): «Ci siamo resi conto che la Regione finora è mancata nel coordinamento e non è riuscita a coinvolgere l’Università». In serata è stato ancora più duro l’intervento di Efisio Planetta, Psd’Az, che fa parte della stessa commissione: «Sulla vicenda Matrica – ha scritto – la Regione deve fare subito chiarezza sull’assetto societario e l’intreccio fra la joint-venture Eni-Novamont e la Mater-Bi, che controllerebbe la stessa Novamont e che a sua volta sarebbe nelle mani di due banche creditrici, San Paolo e Unicredit». Dopo aver ricordato di aver presentato già diverse interrogazioni rimaste però senza risposta, Planetta ora chiede alla Regione di verificare se «il progetto chimica verde non serva solo a rimborsare le banche nascoste dietro la Mater-Bi e all’Eni per recuperare i soldi spesi nell’acquisto del 20 per cento di Novamont. Prima di qualunque illusione a questo punto serve soprattutto trasparenza».

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