La Nuova Sardegna

«La Sardegna si mobilita contro l’arrivo delle armi chimiche, mentre i missili viaggiano ancora sui traghetti»

di Pier Giorgio Pinna
«La Sardegna si mobilita contro l’arrivo delle armi chimiche, mentre i missili viaggiano ancora sui traghetti»

Cresce il coro delle proteste: durissimi Giacomo Sanna (Psd’Az), il sindaco e il presidente del parco. Dopo il primo maxi-trasbordo nel maggio 2011 di razzi e kalashnikov a bordo di navi passeggeri, in queste ore è previsto un secondo imponente trasferimento

15 gennaio 2014
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LA MADDALENA. Cresce la mobilitazione contro le nuove manovre nell'arcipelago. Che alla fine arrivino o no le armi chimiche siriane, c'è già un altro fatto sconcertante che alimenta di per sé le paure di una comunità beffata dallo scandalo G8 e dalla mancata riconversione turistica: dopo il primo maxi-trasbordo nel maggio 2011 di razzi e kalashnikov a bordo di navi passeggeri, in queste ore è previsto un secondo imponente trasferimento, sempre con traghetti civili, del residuo carico d'armi sequestrato all'oligarca russo Zhukov e persino di missili requisiti al deposto regime di Saddam in Iraq.

Dalla Difesa nessuna conferma ufficiale. Ma il coro di reazioni si estende. Intervengono il sindaco Angelo Comiti, il presidente del parco Giuseppe Bonanno e il leader del Psd'Az Giacomo Sanna. Tutti preoccupati dell'accelerazione impressa alle operazioni nell'imminenza della decisione del governo Letta sul transito delle armi chimiche in Italia. Sanna rivolge un’interrogazione al governatore Cappellacci. «Mi risulta che domani saranno usate unità della Saremar per un trasferimento di armi a Palau e poi navi Moby da Olbia a Piombino – spiega l’esponente sardista – Vorrei allora sapere dal presidente se è a conoscenza del traffico che, con cadenza mensile, va avanti dall’estate e ha già visto due trasbordi in dicembre. E se è vero che camion carichi di armi viaggino assieme a merci e a passeggeri, senza che nessuno sia stato informato della pericolosità del carico. E se infine lo stesso governatore a questo punto non ritenga che le operazioni in atto siano collegate o collegabili con l’eventuale stoccaggio delle armi chimiche siriane a Santo Stefano».

Durissimo il presidente del parco, che in diverse interviste ha sottolineato come l’ambiente marino, compreso il santuario dei cetacei che si stende sino al Mar Ligure, meritino una ben diversa attenzione. Altrettanto determinato a scongiurare nuove preoccupanti situazioni il sindaco. Angelo Comiti ha già scritto al premier Letta e a Cappellacci. Ora ribadisce come il pericolo dell’arrivo delle armi siriane trovi conferma proprio nelle recenti operazioni in corso a Santo Stefano. Così al presidente del Consiglio ricorda il contributo dato dalla comunità ai tempi della Us Navy e del G8 mancato. E manifesta poi «netta contrarietà al compimento di un progetto del genere». Di analogo tenore la lettera fatta pervenire a Cappellacci.

«Nell'esprimere apprezzamento per la sua presa di posizione nei confronti del governo in relazione al possibile transito in Sardegna dell'arsenale chimico – scrive Comiti – segnalo un fatto che, se dovesse accadere, sarebbe in palese contraddizione: da contatti diretti con la Saremar, sono venuto a sapere che giovedì la società ha messo a disposizione un traghetto per un trasporto di materiale bellico da Santo Stefano al porto di Palau». «Il fatto, oltre a essere inusuale e difficilmente comprensibile in base alla normativa vigente, è di sicuro assai preoccupante», aggiunge il sindaco. È infatti inconcepibile, secondo Comiti, che navi di proprietà della Regione possano essere utilizzate per operazioni di carattere militare, propedeutiche a una preparazione del sito finalizzata allo stoccaggio di materiali pericolosi». Da qui la richiesta finale: il blocco di un intervento «che sarebbe reso ancora più deprecabile dalla soppressione anche di una sola corsa del servizio pubblico di linea tra La Maddalena e Palau».

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