La Nuova Sardegna

Il presunto assassino si è costituito

di Tiziana Simula
Il presunto assassino si è costituito

Il muratore 56enne di Arzana è accusato di aver ucciso Silverio Usai, 30 anni, il 12 aprile scorso per motivi di pascolo

04 maggio 2014
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È finita venerdì notte, dopo venti giorni di latitanza, la fuga di Aldo Doa, l’ex muratore 56enne di Arzana, accusato dell’omicidio di Silverio Usai, il trentenne di Tortolì ucciso il 12 aprile scorso con un colpo di pistola alla testa. Erano circa le 23, quando, accompagnato dal suo avvocato, Doa si è consegnato al dirigente della squadra mobile di Nuoro Fabrizio Mustaro, nelle campagne di Arzana. Era agitato e provato. Ora, si trova rinchiuso in una cella di Badu ’e Carros in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissato per martedì prossimo alle 16. Solo allora racconterà per la prima volta davanti ai magistrati la sua verità. «Avrà modi e termini per spiegare la sua versione dei fatti», si limita a dire il suo difensore, l’avvocato Marcello Caddori.

Lui, il presunto killer, era ricercato dalla polizia da tre settimane. Da quando si era reso irreperibile dalle ore immediatamente successive al delitto di Silverio Usai, ucciso da un colpo di pistola calibro 7,65, esploso da una distanza ravvicinata – cinquanta, sessanta centimetri, com’era emerso dall’autopsia –, in un terreno nella zona industriale di Baccasara. Un piccolo appezzamento di proprietà di Doa, nella quale la vittima lasciava spesso abusivamente il suo cavallo. Sconfinamento che potrebbe essere stata la causa dell’ennesimo litigio tra i due, quella volta finito però tragicamente.

Gli agenti del commissariato di Tortolì, diretti dal vice questore aggiunto Leonardo Cappetta e i colleghi della questura di Nuoro, coordinati da Mustaro, avevano raccolto subito dopo il delitto elementi importanti a carico dell’ex muratore, dando immediatamente il via alla caccia all’uomo. Ma Doa aveva fatto perdere le sue tracce. Fino a venerdì notte, quando, ha deciso di mettere fine alla sua breve latitanza. Martedì, di fronte al gip Nicola Clivio e al sostituto procuratore Nicola Giua Marassi, che ha coordinato le indagini, dovrà spiegare che cosa è accaduto quel pomeriggio del 12 aprile nel terreno della zona industriale di Tortolì. Che cosa ha scatenato il furioso litigio tra i due che ha lasciato a terra una vittima. Secondo gli inquirenti, alla base del delitto ci sarebbe proprio l’ennesima discussione scoppiata per via di quel cavallo indesiderato nel terreno di Doa. L’ex muratore arzanese, da nove anni residente a Barisardo, si sarebbe recato sul posto per chiederne conto una volta per tutte a Silverio Usai (sottoposto alla misura della sorveglianza speciale dopo avere scontato un anno di carcere per droga e armi).

Ma gli animi si sarebbero scaldati a tal punto da far precipitare la situazione. Con Usai stramazzato a terra, colpito a morte da un colpo di pistola che l’ha raggiunto alla testa, nella zona temporale sinistra. Resta da chiarire chi avesse in pugno la pistola. Se il colpo sia partito durante una colluttazione. Ma anche che fine abbia fatto l’arma, visto che i due sopralluoghi effettuati dalla polizia con il metal detector, non hanno dato esito positivo (il bossolo è stato ritrovato sotto il cadavere). Qualcuno, arrivato prima della polizia, potrebbe quindi aver portato via la 7,65. Un giallo da risolvere, insomma, quello della pistola. La linea difensiva potrebbe essere quella della legittima difesa.

Una delle ipotesi è che il colpo mortale sia partito nel tentativo di Doa di disarmare la vittima. Elementi importanti potrebbero arrivare anche dalle immagini delle telecamere, già sequestrare e al vaglio degli investigatori.

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