La Nuova Sardegna

Forza Italia contro Paci: «Deve dimettersi subito»

di Umberto Aime
Forza Italia contro Paci: «Deve dimettersi subito»

La replica dell’assessore al Bilancio: «Pronti a difendere i diritti della Regione» L’ultima bagarre è sull’aumento del gettito erariale: lo Stato lo vuole tutto per sé

19 settembre 2014
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CAGLIARI. Forza Italia stavolta punta dritto al bersaglio grosso: «L’assessore al Bilancio Raffaele Paci deve dimettersi». Perché? «Perché a luglio con il Governo, ha firmato un accordo capestro, è quello che prevede per l’anno prossimo il pareggio di bilanci. Poi sta per ritirare tutti i ricorsi della Sardegna davanti alla Corte costituzionale sulle entrate. Lui rinuncia a tutto, abbassa la testa ma nel frattempo lo Stato continua a scippare soldi all’isola e continua a non far nulla: subisce. Ormai siamo alla servitù finanziaria». Ha il tono forte della requisitoria l’attacco del capogruppo degli Azzurri, Pietro Pittalis, al vicepresidente della Regione: «Fossi in lui dopo tanti disastri farei un passo indietro», ha detto. Ma Raffaele Paci non ci pensa proprio e all’affondo ha replicato: «Sbaglia completamente chi, come Forza Italia, ritiene che nessuna norma difenda la Sardegna dalla decisione del Governo di incassare le maggiori entrate che potrebbero esserci dalle imposte sui giochi, la vendita di tabacchi e le tasse automobilistiche . A difendere i diritti della Sardegna c’è sempre lo Statuto e le sentenze della Corte costituzionale che impediscono al Governo d’imporre tagli ai trasferimenti erariali per l’isola». Il motivo dell’ultimo scontro è in un decreto firmato insieme dalla Ragioneria generale dello Stato e dalla direzione del ministero delle Finanze che per ridurre il debito pubblico ha deciso, in parole semplici: per i prossimi cinque anni, nulla o quasi nulla andrà alle Regioni a Statuto speciale del possibile aumento del gettito fiscale. Dunque, se lo Stato dovesse incassare come prevede maggiori entrati le terrà per sè. È questo il motivo dell’ultimo scontro sui conti della Regione, conti che ormai sono diventati un campo di battaglia dopo la firma dell’accordo che di fatto ha cancellato dall’anno prossimo i vincoli finora previsti dal Patto di stabilità e aperto l’era del «pareggio di bilancio».

L’opposizione. Forza Italia è scesa in campo con tutti gli effettivi per chiedere le dimissioni dell’assessore. Oltre al capogruppo Pittalis, è stato duro anche l’ex governatore Ugo Cappellacci: «Non possiamo rinunciare – ha detto – neanche a un solo centesimo di quello che ci spetta. In questi mesi la giunta dei professori si è autocelebrata, ma ha dimostrato uno sconcertante dilettantismo». Poi ad affondare i colpi è stato l’ex assessore alla Programmazione Alessandra Zedda: «La Giunta dovrebbe impugnare anche il decreto Sblocca Italia perché viola quelli che sono le prerogative della Sardegna». Ad alzare i toni della denuncia sono stati anche Giuseppe Fasolino, «Basta con questo atteggiamento rinunciatario davanti a un governo padrone», Antonello Peru, «Siamo ritornati a essere ostaggio di Roma», e Oscar Cherchi. «Come sempre, la Sicilia ha ottenuto molto di più della Sardegna e si è messa subito al riparo da altri possibili scippi». A sostenere la denuncia di Forza Italia anche gli altri partiti dell’opposizione dall’Udc a Fdi, dall’Uds al Movimento Zona Franca: «In silenzio – hanno scritto – la Giunta subisce l’ennesima beffa ma a pagare le conseguenze di questa follia sarà tutta la Sardegna». Poi sullo stesso fronte ci sono da sempre i Riformatori: per loro «l’accordo di luglio non solo è un bluff, ma diventerà presto una trappola per l’isola».

L’assessore. Paci ha replicato alla minoranza con un comunicato molto misurato, nessun accenno alla richiesta di dimissioni, e anche molto tecnico. Nella sostanza, secondo l’assessore al Bilancio, «non può bastare certo una legge ordinaria e tantomeno un decreto della Ragioneria a modificare la quota che spetta alla Sardegna per ogni imposta». Proprio per questo – è scritto nello stesso comunicato – con «il Governo e la stessa Ragioneria abbiamo aperto subito un confronto per garantire il rispetto delle peculiarità della Sardegna, tra l’altro ribadite dalla Corte costituzionale». Per chiudere con un’altra difesa dell’accordo sul prossimo pareggio di bilancio: «Durante la trattativa – scrive – mai abbiamo parlato di rinunce alle nostre garanzie e infatti abbiamo chiesto al ministero che siano rispettate».

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