La Nuova Sardegna

Ricerche di gas, la Saras ricorre al Tar contro la Regione

di Roberto Petretto

Il Progetto Eleonora bocciato perché incompatibile col Ppr La società: «Atto dovuto a tutela di azionisti e dipendenti»

21 novembre 2014
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ARBOREA. Che la Saras non avesse alcuna intenzione di mollare la presa lo si era già capito all’indomani della decisione del Servizio della sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (Savi) che aveva bocciato il Progetto Eleonora. «Incompatibile col Ppr», aveva sancito l’ufficio regionale dopo l’esame del progetto che prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo per la ricerca di gas naturali nella piana di Arborea. Ieri quell’impressione è stata confermata da una nota della stessa Saras che ha annunciato la decisione di ricorrere al Tar contro la decisione del Savi.

Nel giro di poche ore è arrivata anche la risposta della Regione: «È nel diritto della Saras fare ricorso. La Regione difenderà comunque il suo provvedimento e rivendicherà il diritto di decisione sulle proprie risorse», ha dichiarato in una nota l'assessore della Difesa dell'ambiente, Donatella Spano.

Le ragioni della compagnia petrolifera sono spiegate in un comunicato: «La Saras si è rivolta al Tar Sardegna contro la decisione del Savi di archiviare la procedura per il permesso di ricerca Eleonora. Il Servizio della Regione aveva dichiarato l'improcedibilità prima ancora di completare la Valutazione d'impatto ambientale sul pozzo esplorativo in Comune di Arborea, che potrebbe accertare la presenza di gas metano».

La Saras precisa che il ricorso è «un atto dovuto da parte del Gruppo, presente in Sardegna da oltre 50 anni, a tutela dei suoi azionisti, dei dipendenti e della continuità aziendale».

La compagnia sottolinea che «nel progetto di ricerca del gas metano - risorsa di cui i sardi non dispongono e sulla quale è in corso un acceso dibattito - la Saras ha impiegato fondi e competenze, anche al fine di assicurare la migliore compatibilità ambientale».

Su cosa si basa il ricorso? «Il principale motivo riguarda la mancata valutazione della compatibilità ambientale solo in virtù di una interpretazione del Piano paesaggistico e della normativa, che l'azienda ritiene illegittima. Il Savi ha dichiarato improcedibile la Via in base a un parere del Servizio tutela paesaggio Oristano e Medio Campidano che, nell'agosto 2014, ha definito il pozzo esplorativo non compatibile con il Ppr. Tutto ciò nonostante, nel 2011, lo stesso ufficio non avesse rilevato tale incompatibilità, dando di fatto avvio alla procedura di Via».

Il pozzo esplorativo è «un’opera temporanea», precisa la Saras.

Immediate le reazioni del comitato “No al Progetto Eleonora”: in attesa di conoscere meglio i contenuti del ricorso, il comitato sottolinea il fatto che la Saras «non ritenga di fondamentale importanza rispettare la volontà di un intero territorio, che ha messo più volte nero su bianco la ferma contrarietà approvando decine di delibere in sede di consigli comunali e provinciali nel corso di questi tre anni di vertenza, evidenziando l'enorme impatto per l'ambiente, la salute e l'economia del territorio. Contrarietà dimostrata e sostenuta ampiamente anche da migliaia di pagine di documenti prodotti, che hanno portato alla giusta e definitiva bocciatura del Progetto sulla base della legislazione vigente».

Critiche alla decisione della Saras anche da Gruppo di intervento giuridico: «Altro che disponibile a ritornare sui suoi passi: Saras vuol realizzare a tutti i costi, sfacciatamente, il progetto di perforazione esplorativa per la ricerca di gas naturale a due passi dallo Stagno di S'Ena Arrubia».

@Petretto

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