La Nuova Sardegna

Cibi elisir di lunga vita, intesa Giappone-Sardegna

di Pier Giorgio Pinna

Dal ministrone della famiglia Melis ai prodotti della Zona Blu di Okinawa Oggi il primo confronto tra le delegazioni, bio-alimentare in primo piano

12 giugno 2015
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MILANO. Sardegna e Giappone alleati all'Expo nella caccia agli elisir di lunga vita. Da stamane via a una prima serie d'incontri istituzionali tra le delegazioni di Roma e di Tokyo, allargate alle rappresentanze regionali del Belpaese. In una rassegna internazionale che ha come chiave strategica il tema Nutrire il pianeta - Energia per la vita diventano centrali le esperienze di parti della Barbagia-Ogliastra e dell'isola di Okinawa su alimentazione e stili esistenziali di comportamento.

La Regione. «Da parte nostra c'è un interesse eccezionale – dichiara l'assessore al Turismo della giunta Pigliaru, Francesco Morandi – Approfondire tratti simili fra le Zone Blu del mondo, ossia quelle aree contrassegnate da una straordinaria presenza di centenari come quelle nipponiche e le nostre, rientra assolutamente tra i nostri programmi per il futuro. Adesso ci sono in gioco accordi commerciali e finanziari. Ma non dimentichiamo di sicuro le prospettive: una rassegna come questa ci apre grandi opportunità anche sotto il profilo delle correlazioni tra bio-alimentare e stili di vita. Non è un caso, insomma, che uno dei nostri slogan all'interno della manifestazione descriva la Sardegna come l'Isola senza fine».

Relazioni già in atto. Non è la prima volta che Sardegna e Giappone si confrontano sul piano dei reciproci rapporti economici. Anzi, le relazioni da questo punto di vista sono datate. Risalgono addirittura al periodo della Sir dell'industriale petrolchimico Nino Rovelli, il Clark Gable della Brianza, a cavallo tra gli anni '60 e '70. Un'epoca nella quale decine di delegazioni tecniche partite da Tokyo sbarcavano ogni anno prima ad Alghero e poi a Porto Torres per uno scambio di know how e altre conoscenze tra colossi del settore. Da allora gli operatori nipponici hanno continuato a guardare con attenzione all'Isola senza fine, pronti a cogliere chance e opportunità d'investimento. Come nel settore della produzione di pneumatici e nell'acquisto di grosse partite del Tonno rosso di Carloforte. Tanto da diventare col tempo i principali acquirenti dei pescatori impegnati nelle cicliche mattanze nel mare di San Pietro.

Pavillon Japan. I vertici programmati per oggi sono più di carattere politico-istituzionale che strettamente operativi sul versante commerciale. Vengono considerati insomma incontri preparatori in vista della discesa in campo degli imprenditori e dei finanzieri interessati a tessere una nuova rete incrociata di relazioni. Il Palazzo Giappone, per ammissione unanime degli osservatori uno dei migliori tra i padiglioni delle 145 Nazioni rappresentate all'Expo, ha già tutte le carte in regola per rivelare la vetrina di prodotti e segreti che possono catturare l'attenzione degli operatori. Così come quella dei genetisti, degli antropologi e degli altri studiosi impegnati nell'isola a ricercare chiavi comuni per svelare i codici che hanno garantito lunghissima vita a tanti abitanti di Okinawa e di alcuni paesi rimasti per secoli isolati nella Sardegna centro-orientale.

Big della divulgazione. Tutti posti, questi, dove le troupe giornalistiche e gli staff scientifici giapponesi sono di casa da molti anni. Assieme agli staff delle università di Cagliari e Sassari. Nei giorni scorsi, a Perdasdefogu, si è spenta sulla soglia dei 108 anni Consola Melis, entrata con gli otto fratelli nel guinness dei primati per la longevità familiare. Il loro minestrone proprio di recente e è stato esaltato a New York da Dan Buetter, l'autore del best seller sulle Blue Zones: oggi, di fatto, uno degli elisir che la Regione tenta di vendere al mondo come simbolo dell'Isola senza fine.

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