La Nuova Sardegna

Il disavanzo non c’è più: la Regione è promossa

di Mauro Lissia

Via libera al rendiconto, ma restano alte le spese per sanità e farmaceutica Segnali incoraggianti per agricoltura e turismo, stop al calo degli occupati

11 luglio 2015
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CAGLIARI. Il problema è sempre quello: la sanità. I costi crescono, di poco ma crescono. Per ogni sardo la Regione spende 2012 euro all’anno, quasi 150 euro in più rispetto alla media nazionale. Sanità più cara e spesa farmaceutica fuori controllo: nel 2014 registra un 7,38% in più rispetto all’esercizio precedente, un dato allarmante in pieno contrasto con i tentativi di mettervi un freno. Ancora - e si sapeva - pesano sul rendiconto generale della Regione i debiti prevalentemente commerciali rimasti appesi al bilancio nel corso degli anni: secondo i calcoli del controllo ammontano a oltre due miliardi ma nei conti risultano soltanto 539 milioni, la quota che al di là delle perenzioni, i debiti prescritti, l’amministrazione potrebbe essere costretta a pagare. Debiti ancora vivi, ma col punto interrogativo. Infine le ombre sui fondi europei: si fa sempre molta fatica a portarli in Sardegna, la tendenza prevista non è rassicurante: 116 milioni sono già andati in fumo con la chiusura del Por Sardegna 2000-2006.

Punti dolenti. I punti dolenti sono questi, ma sottolineati in rosso e in blu i passaggi critici dello strumento contabile, la Corte dei Conti a sezioni riunite ha dato il via libera al rendiconto, giudicandolo formalmente corretto. Come dire: le cifre tornano, l’amministrazione Pigliaru ha rispettato le regole. I magistrati contabili hanno spulciato ogni dettaglio tecnico e hanno potuto dire con chiarezza che la navicella regionale veleggia verso acque finanziarie meno agitate, forse addirittura tranquille malgrado le incognite della crisi in corso.

I numeri. Sono i numeri a dimostrarlo: il consigliere relatore Lucia D’Ambrosio valuta il risultato complessivo della gestione 2014 in termini positivi per 255,496 milioni di euro, con l’azzeramento del disavanzo ereditato dalle gestioni precedenti e un avanzo finale di 39 milioni. Tutto questo grazie alla gestione virtuosa dei residui passivi, che ha bilanciato la riduzione delle entrate.

L’economia. Il pil non registra ancora segnali positivi, ma la Corte dei Conti registra «lievi segnali di recupero» nell’industria e nei trasporti, mentre anche nell’edilizia la tendenza negativa sembra essersi arrestata. Ristagna il commercio, crescono turismo e trasporti. La tendenza si riflette sul mercato del lavoro, dove il calo degli occupati si è arrestato. Ma è l’agricoltura ha fornire le indicazioni più incoraggianti, insieme a ristorazione e settore alberghiero: la crescita è sensibile e l’assessore Elisabetta Falchi - in una nota stampa - esprime soddisfazione per «l'analisi illustrata dalla Corte dei Conti, che incoraggia gli indirizzi di programmazione individuati dall'assessorato dell'Agricoltura».

Il via libera. Con le sezioni riunite, quella di controllo e quella giurisdizionale, il presidente Cristina Astraldi De Zorzi si è pronunciata dopo una breve camera di consiglio, seguita alla relazione del consigliere Lucia d'Ambrosio e alla requisitoria del procuratore regionale Donata Cabras. Il giudizio di parifica del rendiconto, presente il governatore Francesco Pigliaru, è il presupposto essenziale per la successiva approvazione consiliare ed è stato preceduto dalla verifica della gestione finanziaria 2014 da parte della sezione di controllo. Con la parifica la Corte si esprime sul bilancio, le finanze e la gestione delle risorse economiche: «Nel 2014 gli accertamenti di entrata della Regione si sono ridotti rispetto ai precedenti esercizi - hanno sottolineato i magistrati contabili - a fronte dell'incremento degli impegni di spesa l'andamento ha determinato un disavanzo della gestione di competenza, con un saldo negativo di 239,280 milioni».

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