La Nuova Sardegna

la riforma contestata

I vincitori del concorsone «Noi costretti a emigrare»

I vincitori del concorsone «Noi costretti a emigrare»

SASSARI. L’avevano annunciato e gli sviluppi della riforma sembra che gli stiano dando ragione. Sono già sul piede di guerra gli oltre 300 vincitori del concorsone 2012 della scuola. «Perché – dicono...

04 agosto 2015
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SASSARI. L’avevano annunciato e gli sviluppi della riforma sembra che gli stiano dando ragione. Sono già sul piede di guerra gli oltre 300 vincitori del concorsone 2012 della scuola. «Perché – dicono i responsabili del coordinamento regionale – almeno 100 di noi per avere un posto saranno costretti a emigrare: nell’isola non ci sono cattedre, mentre arriveranno insegnanti da altre zone d’Italia». «Il piano prevede 4 fasi – incalza Ugo Spera, uno dei promotori del comitato sardo – Mentre con le prime 2 s’individuano i docenti che otterranno il ruolo su cattedra nel nostro territorio, le altre fasi si svolgeranno su base nazionale. Tutto questo avrà come effetto che una ventina di docenti di scuola primaria ma soprattutto un centinaio di prof A033 (tecnologia alle medie) dovranno andare via».

«E se per gli insegnanti di altre zone spostarsi può non essere un problema gigantesco, lo è per noi: almeno così pensa anche la Ue, che annovera la Sardegna tra i territori colpiti dalla invalidante condizione di insularità e perciò destinatari di deroghe e privilegi a ristoro».

Il coordinamento ricorda poi come il direttore dell’Ufficio scolastico regionale abbia chiesto «zero posti aggiuntivi sull’organico di diritto, unico in Italia». Ma l’incremento nel numero degli insegnanti a vantaggio della didattica, «e non per garantire assunzioni», secondo gli idonei del concorsone «avrebbe invece avuto come esito il blocco della nuova emigrazione».

«Si deve infatti considerare che il ripristino a 3 ore settimanali per ogni classe aumenterebbe di colpo le cattedre in Sardegna da 212 a 318 consentendo a tutti noi di lavorare nell’isola», conclude Ugo Spera parlando a nome dei colleghi, non senza ricordare prima però che «la riduzione da 3 a 2 ore era stata operata dal ministro Gelmini e che in alcuni casi le sue scelte sono state dichiarate illegittime dal Tar del Lazio».

Sulla situazione generale torna il deputato Mauro Pili (Unidos): «Cinquecento posti da docente in Sardegna saranno occupati da insegnanti provenienti da Sicilia e Campania, mentre 4.000 docenti dell'isola resteranno senza futuro in graduatorie che non si esauriscono mai». «La Regione smetta di dormire: si faccia carico di questo tracollo – attacca in chiusura –Tutti i posti aggiuntivi necessari devono essere richiesti senza perdere altro tempo». (pgp)

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