La Nuova Sardegna

Lai parla per sei ore e si smarca da Pinna

di Enrico Carta
Lai parla per sei ore e si smarca da Pinna

Interrogatorio per il presidente del consorzio industriale di Tortolì La difesa: non conoscevo i metodi utilizzati nella spartizione degli appalti

14 aprile 2016
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ORISTANO. Poche parole all’uscita dalla procura di Oristano, un fiume di parole all’interno dell’ufficio del sostituto procuratore Armando Mammone. Evidentemente anche Beniamino Lai, presidente del Consorzio Industriale dell’Ogliastra, ha parecchio da spiegare. Coinvolto nell’inchiesta sulla “Squadra” degli appalti pilotati e delle tangenti vere o mascherate da incarichi professionali per amici e politici o professionisti che davano una mano, Beniamino Lai ha sulla propria testa una spada di Damocle che si chiama porto di Tortolì.

È uno degli appalti in progettazione che la Squadra si sarebbe aggiudicato grazie al consueto metodo della persuasione retribuita alla commissione che, in realtà, non avrebbe percepito delle tangenti vere e proprie perché i professionisti chiamati a giudicare la bontà delle offerte avevano come contropartita monetaria proprio quella di essere continuamente inseriti nelle commissioni grazie alle pressioni esercitate su chi quelle commissioni doveva formare. Da queste arrivavano lauti gettoni per l’opera prestata e proprio queste retribuzioni sarebbero state la merce di scambio con la cricca degli appalti guidata dall’ingegnere desulese Salvatore Pinna.

Beniamino Lai, accusato di turbativa d’asta e ai domiciliari da martedì scorso, in un primo momento aveva rinunciato all’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari. Scosso per quanto gli era accaduto, aveva preferito posticipare di qualche giorno la sua audizione per motivi di salute. Così, ieri mattina attorno alle nove, accompagnato dall’avvocato Mario Canessa ha varcato la soglia della procura oristanese, che ha lasciato verso le 15.30. Oltre sei ore di interrogatorio sul quale sono emersi pochi dettagli, ma l’impressione è che anche Beniamino Lai abbia voluto smarcarsi dalla Squadra, spiegando di non averne fatto parte, ma allo stesso tempo ammettendo i suoi rapporti con Salvatore Pinna e con qualcuno degli altri indagati dell’inchiesta – dalla prima tranche alla seconda sono in tutto 95 con otto di loro che hanno già patteggiato –. Il presidente del Consorzio Industriale ha detto di essere all’oscuro dei metodi utilizzati da Salvatore Pinna, sebbene sapesse dei suoi legami strettissimi con i piani alti della politica regionale e in particolare coi consiglieri Angelo Stochino e Antonello Peru. Ignorava però che alla base di tutto il sistema ci fosse la spartizione metodica e decisa a tavolino attraverso atti di corruzione che favorivano un apparato ben strutturato di imprese e professionisti, con i politici che avevano il loro tornaconto economico e anche elettorare. Beniamino Lai ha parlato di come funzionasse il lavoro nelle commissioni che dovevano aggiudicare gli appalti. A quel punto il suo avvocato ha chiesto la revoca della misura di custodia cautelare che sarà esaminata dal giudice nei prossimi giorni.

A Roma si è invece svolto l’interrogatorio dell’imprenditore Girolamo De Sanctis, coinvolto nel filone che riguarda i lavori sulla strada Sassari-Olbia, parte più corposa dell’inchiesta affidata ai carabinieri della Compagnia di Tonara e al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Anch’egli ha risposto alle domande del giudice nell’interrogatorio avvenuto tramite rogatoria, ma l’avvocato Filippo Dinacci ha preferito scegliere la linea del silenzio.

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