La Nuova Sardegna

Choc anafilattico: morto durante la Tac

di Mauro Lissia
Choc anafilattico: morto durante la Tac

Viktor Pistotnik, ex allenatore di pallamano, aveva eseguito l’esame a Isili. Fatale il liquido di contrasto. Aperta un’inchiesta

22 dicembre 2016
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CAGLIARI. Una Tac, un normale esame diagnostico. Ma quando il tecnico gli ha somministrato il liquido di contrasto destinato a rendere più chiara la trasposizione grafica dell’esame, il paziente è entrato in crisi respiratoria e ha mostrato i sintomi di uno choc anafilattico, come quelli provocati da un’allergia o da un avvelenamento. I febbrili tentativi di salvarlo non sono bastati: Viktor Pistotnik (68 anni), notissimo ex allenatore di pallamano di origine slovena, è morto nel giro di due ore e adesso la Procura della Repubblica indaga contro ignoti per omicidio colposo. È accaduto la mattina dello scorso 17 dicembre, quando Pistotnik si è presentato puntuale all’appuntamento fissato attraverso il centro unico di prenotazione all’ospedale San Giuseppe di Isili. Doveva essere un esame come tanti altri, Pistotnik aveva qualche problema di salute e il suo medico gli aveva consigliato un accertamento. Non era la prima volta che l’ex tecnico si era sottoposto a una Tac e già in passato era stato necessario usare un mezzo di contrasto. Solo che stavolta si è verificato un caso raro: quel liquido innocuo gli ha innescato una reazione improvvisa quanto imprevedibile, che il radiologo in servizio ha colto immediatamente. Sospeso l’esame strumentale, il medico gli ha iniettato il farmaco previsto dal protocollo, probabilmente adrenalina, ma Pistotnik non ha mostrato alcun segno di miglioramento. A quel punto è stato chiamato il rianimatore - al San Giuseppe non c’è un reparto di rianimazione attrezzato, ma solo uno specialista - che ha provato a fare del suo meglio in una situazione apparsa già piuttosto grave: il paziente era cianotico. Non restava che tentare la carta della disperazione: il trasferimento d’urgenza alla rianimazione dell’ospedale Marino, a Cagliari. Chiesta e ottenuta la disponibilità, Pistotnik è stato caricato su un’autoambulanza ed è arrivato all’ospedale del Poetto circa quaranta minuti più tardi. Era tutto pronto per il soccorso, ma le condizioni del tecnico sono apparse compromesse. L’intervento di rianimazione è durato quasi un’ora, i medici del Marino le hanno tentate tutte ma alla fine hanno dovuto arrendersi.

Qui si chiude la vicenda sul fronte sanitario e si apre quella sul fronte giudiziario. La moglie Angela Maria Ungredda ha chiamato l’avvocato Cecilia Bassu e le ha chiesto di rivolgersi alla Procura perché alla morte del marito venisse data una spiegazione attendibile, la direzione sanitaria del Marino aveva peraltro già informato il magistrato di turno. Tempo due giorni e il sostituto procuratore Marco Cocco ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha incaricato il medico legale Roberto Demontis e il docente di anestesia e rianimazione Gabriele Finco di eseguire l’autopsia sul corpo di Pistotnik insieme al consulente di parte, il medico legale nuorese Vindice Mingioni. Ieri mattina l’esame sulla salma è stato portato a termine, ma ci vorranno tre mesi per conoscere gli esiti delle analisi istologiche e tossicologiche, con ogni probabilità decisive per stabilire che cosa ha provocato lo choc anafilattico e come i medici dell’ospedale di Isili hanno cercato di risolverlo. Il quesito tecnico rivolto dalla Procura ai periti verte sostanzialmente su quest’ultimo aspetto: accertare se il paziente poteva essere salvato e se chi l’aveva in cura ha fatto quanto prevedono i protocolli scientifici per salvargli la vita. In questa fase dell’inchiesta compaiono solo interrogativi ma nessuna conclusione, così come finora non c’è alcun sospetto di negligenza riferito alle condotte dei medici che hanno trattato Pistotnik.

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