La Nuova Sardegna

premiazione a washington

Dall’isola agli Usa: stop al razzismo

Gli studenti dell’università di Cagliari terzi nel concorso di Facebook

06 febbraio 2017
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CAGLIARI. L’università di Cagliari abbatte le discriminazioni razziali e conquista l’America. Il team di #ReAct, la campagna social sul tema dell'immigrazione e sul contrasto dell'estremismo in tutte le sue manifestazioni ideata dagli studenti i della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche ha conquistato il terzo posto nel Facebook digital global challenge. Il premio è stato assegnato a Washington, al termine della finale in cui ciascun team ha presentato il suo progetto. Alla sfida mondiale lanciata dal social network si sono presentati 150 gruppi di ogni nazionalità: meglio degli studenti cagliaritani hanno fatto solo le squadre libanese e belga. Tra i primi a congratularsi con gli studenti sardi, l’ambasciata italiana negli Stati Uniti. Il gruppo che – con il professor Christian Rossi – ha presentato il progetto a Washington è formato da Alessia Dessalvi, Giulia Tumatis, Giulia Marogna, Luciana Ganga ed Ema Kulova. Gli altri studenti del team sono Claudio Pitzalis, Jacopo Lussu, Pier Andrea Cao, Lucia Corrias e Alessio Zuddas. Ora, insieme ai gruppi libanese e belga, gli studenti vincitori, che grazie al terzo posto si sono aggiudicati un premio di mille dollari, seguiranno un programma di visite del Dipartimento di Stato americano, l’International Visitor Leadership Program, e visiteranno varie istituzioni e think thank a Washington, New York e San Francisco, tra cui il quartier generale di Facebook.

La campagna dei giovani dell’ateneo di Cagliari consiste nel #ReAct, ovvero nell’opporsi a ogni forma di estremismo e violenza. «Oltre a essere il nostro slogan, il #ReAct rappresenta la nostra strategia. Vogliamo coinvolgere tutti attraverso un effetto domino in un’ottica di lungo periodo. Con #ReAct intendiamo motivare i nostri utenti mettendoli faccia a faccia con la realtà degli immigrati spesso celata dai media. Racconteranno loro in prima persona difficoltà e sfide che affrontano quotidianamente. Una comunità più unita è il presupposto essenziale per contrastare ogni forma di estremismo e terrorismo sul nascere».

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