La Nuova Sardegna

Scoppia la pace in casa Pd via libera alla rete ospedaliera

di Umberto Aime

La direzione regionale riunita a Oristano apre ai sindaci e approva un documento unitario  Il segretario Cucca: importante accogliere le istanze dei Comuni, ora marciamo compatti

23 settembre 2017
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ORISTANO. Il Pd non vuole perdere le elezioni regionali del 2019 e ha scelto, con largo anticipo, un suo primo, possibile e inaspettato cavallo di battaglia: la sanità. A cominciare, come ha deciso la direzione regionale a Oristano, dalla prossima riorganizzazione degli ospedali che, a pochi giorni dall’ingresso ufficiale in Consiglio regionale, sarà corretta in corsa, dopo l’ultima trattativa con i sindaci, e così «smetterà di essere un bersaglio mobile come lo è stata nelle ultime settimane», hanno detto tutti.

Scoppia la pace. «Perché – ha esordito il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca – la maggioranza ha fatto un buon lavoro, è riuscita ad ascoltare e a rispondere bene alle voci di dissenso, a raccogliere i suggerimenti dei territori e da martedì prossimo dobbiamo votare compatti a favore della riforma». È questa la vera svolta voluta dalla direzione del partito: la sanità non può essere più un campo minato per chi governa. «Per troppo tempo, il sistema è rimasto fuori controllo. Con coraggio, abbiamo deciso di metterci mano e oggi dopo una trentina d’anni, la Sardegna avrà finalmente un piano che rimetterà in ordine i posti letto, ridurrà i costi e farà crescere l’efficienza in ogni ospedale», ha detto con la solita passione l’assessore alla sanità Luigi Arru, il primo a intervenire dopo Cucca. Uno dopo l’altro, al microfono, si sono alternati solo sostenitori della bozza licenziata dalla commissione sanità del Consiglio: «Non possiamo che trasformarla in una bandiera vincente – è stato detto – perché non ci saranno tagli lineari e neanche un ospedale sarà chiuso».

Documento unitario. Nell’ordine del giorno unitario è auspicato che «una volta raccolte le raccomandazioni dei sindaci, la riorganizzazione della rete ospedaliera sia approvata entro ottobre e diventi operativa per raggiungere in fretta quelli obiettivi di eccellenza sempre più necessari». Siamo a buon punto e molto vicini alla volata finale, ha detto il capogruppo Pietro Cocco, con il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau pronto nel confermarlo: «Gran parte del lavoro è stato fatto ed è stato fatto bene».

Vicini ai territori. La mappa, com’è raccontata dal Pd, non dovrebbe scontentare nessuno, anche se – lo ha sottolineato l’eurodeputato Renato Soru – «dobbiamo però essere tutti capaci di spiegarla ai cittadini, a chi vive in periferia e, come insegna la storia, ha sempre paura del nuovo anche se il nuovo è meglio del vecchio che non funziona».

Avanti con la riforma. Ormai è chiaro: il Pd andrà avanti compatto articolo dopo articolo, emendamento dopo emendamento dalla settimana prossima in poi. Per Franco Sabatini, presidente della commissione bilancio, «è arrivato il momento di guardare alla sostanza della riforma e non più alle etichette che avrà questo o quell’ospedale. Lanusei, ad esempio, avrà quello che chiedeva e l’importante è aver portato a casa il massimo del risultato». Che non era affatto scontato: i criteri imposti dal ministero della salute erano molto restrittivi e quelli sì avrebbero «portato alla desertificazione della sanità in Sardegna», ha ribadito l’assessore Arru. «Ogni deroga possibile l’abbiamo applicata – ha sottolineato il consigliere regionale Gigi Ruggeri, che sarà uno dei relatori di maggioranza – e la proposta finale può essere davvero la mossa vincente». Il Pd s’è dimostrato ottimista e anche convinto, secondo le parole di Giuseppe Frau e Roberto Pili del Comitato sanità della segreteria, che «non solo garantiremo il diritto alla salute dovunque, ma appena il nuovo sistema non più frammentato andrà a regime, potremo puntare a un’eccellenza diffusa, con percorsi chiari e senza più sovrapposizioni e sprechi». Il partito ha la certezza che la riforma sarà votata in aula anche dagli alleati e non ci saranno agguati o scivoloni. «L’importante – ha detto il sindaco di Lanusei Davide Burchi – che le istanze dei Comuni trovino tutte spazio nel testo finale». Lo stesso appello è stato lanciato dal sindaco di Sassari Nicola Sanna: «Sulla ripartizione dei posti letto qualche aggiustamento dev’essere fatto».

Battibecco Soru-Lai. In un clima di grande forza interna e forse anche muscolare, salutata come «lo spirito di un ritrovato orgoglio d’ appartenenza» dall’ex sindaco di Oristano Guido Tendas, è arrivato il voto finale all’unanimità dell’ordine dl giorno. Rovinato solo da un battibecco fra Soru e il senatore Silvio Lai. Il primo voleva che oltre alla nomina immediata del manager dell’Areus, sarà il prossimo 118 regionale ed è uno dei nodi irrisolti nel Pd, il documento accogliesse anche l’esigenza di «assegnare subito la direzione dell’area socio-sanitaria all’interno dell’Asl unica». Lai ha detto no: «Attenzione, quella è una nomina amministrativa e spetta all’Ats. La politica non c’entra nulla». I due si sono affrontati a muso duro per qualche minuto, ma alla fine un’infinità di pacieri li ha quasi obbligati a smetterla. Non è certo questo il momento dei litigi.

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