La Nuova Sardegna

Plastica in spiaggia dopo la violenta mareggiata

Plastica in spiaggia dopo la violenta mareggiata

San Vero Milis, il maestrale sporca Is Benas. Attorno alla Sardegna ne galleggiano 2 chili a chilometro

28 agosto 2018
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SAN VERO MILIS. Ormai è una conseguenza quasi naturale, benché di naturale non ci sia nulla. Dopo la mareggiate, le spiagge diventano piccole discariche dove si pratica la raccolta differenziata. E La spazzatura in questione è praticamente tutta plastica che arriva dal mare. L’ultimo episodio è accaduto una delle spiagge della marina di San Vero Milis, nella spiaggia di Is Benas, dove il maestrale dei giorni scorsi ha depositato qualche alga ma anche tanta plastica. E non è un caso: nel mare che circonda la Sardegna galleggia una zuppa di plastica che mette a dura prova la salute dell’ecosistema. Ovviamente, il fenomeno è controllato dagli esperti che incrociano al largo dell’isola con imbarcazioni e attrezzi specifici per la pesca della plastica. I dati raccolti dai ricercatori del Cnr non lasciano presagire nulla di buono: il mare che bagna la Sardegna è pesantemente compromesso dall’invadenza della plastica la cui presenza è stata stimata, in media, in circa due chili ogni chilometro quadrato. E se la plastica che naviga attorno alla Sardegna è chiaramente un problema, quella che invece è stata rilevata tra la Toscana e la Corsica dovrebbe far gridare al disastro ecologico: dieci chili ogni chilometro quadrato. E tra il “marine litter”, ovvero la spazzatura che modifica l’equilibrio del mare rispetto alla salute umana, la porzione più pericolosa è sicuramente quella occupata dalle microplastiche, frammenti di dimensioni comprese tra i 5 millimetri e i 330 micron, che ormai fanno parte della dieta dei pesci e, di riflesso, entrano nello stomaco di chi il pesce lo consuma. C’è ancche una scadenza che non rispettare sarebbe un suicidio: Secondo i dati diffusi dalla rivista “Science” ogni anno finirebbe in mare qualcosa come 8 milioni di tonnellate di plastica. Proseguendo su questi ritmi, entro il 2050 il peso specifico della plastica dispersa in mare raggiungerebbe quello della fauna ittica. Ritornare indietro, a quel punto, sarebbe impossibile.

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