La Nuova Sardegna

Cantieri e investimenti con i fondi «scongelati»

di Silvia Sanna
Cantieri e investimenti con i fondi «scongelati»

Sbloccati 785 milioni dopo la sentenza della Consulta che boccia il patto di stabilità Potrà essere utilizzata una quota del 70%, niente via libera a quella per i servizi

09 ottobre 2018
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SASSARI. Se c’è qualcuno da ringraziare sono i giudici della Consulta che con due diverse sentenze – la 247 del 2017 e la 101 del 2018 – hanno stabilito l’illegittimità del blocco degli avanzi di amministrazione. Tradotto: il bilancio armonizzato non può tradursi, per gli enti locali, nel congelamento di risorse preziose per dare gambe a progetti e investimenti. La politica, cioè i funzionari della Ragioneria dello Stato, non ha alcun merito se non quello di avere dato attuazione alle sentenze. Nessun colpo di scena, dunque, come sostiene l’ex deputato di Unidos Mauro Pili, e neppure un segno di straordinaria generosità da parte del governo giallo-verde: quei soldi, impone la Corte Costituzionale, devono essere rimessi nella disponibilità degli enti locali ai quali erano stati indebitamente sottratti: tesi sostenuta da tempo dall’Anci e dalle Regioni. Meriti a parte, quello che conta è la sostanza, cioè 785 milioni sbloccati per Comuni, Province e Città metropolitane: benzina pura per motori ingrippati. Ora con quelle risorse potranno ripartire progetti fermi, la macchina si rimetterà in moto e con lei anche i posti di lavoro. La Regione è soddisfatta, Anci sorride: è un primo passo – perché una quota di fondi resta bloccata : ma la strada è in discesa.

Risorse liberate. La circolare dal Ministero – la numero 25 del 3 ottobre – è partita, destinazione le Pec degli enti locali. La maggior parte dei quali sa già come muoversi sulla base di quanto stabilito dalla Consulta e ratificato dalla Ragioneria dello Stato. Ma è necessario aspettare le modifiche delle procedure informatiche da parte del Mef per poter disporre concretamente delle risorse. Lo sblocco, infatti, non implica alcuno stanziamento: non ci sono passaggi di fondi ma molto più semplicemente si liberano quelli già chiusi a doppia mandata in cassaforte. La certezza – e da questo deriva la soddisfazione parziale – è che potrà essere svincolata la quota di avanzo d’amministrazione per investimenti e opere pubbliche, mentre resta bloccata la quota relativa ai servizi. Per esempio significa che i soldi potranno essere utilizzati per dare gambe al progetto di una strada o di un campo sportivo messo in stand by ma non per assegnare fondi alle persone in stato di indigenza o per la spesa corrente. Secondo i calcoli dell’Anci Sardegna la quota investimenti – tra risorse vincolate e non vincolate – corrisponde a circa il 70 per cento dell’avanzo di amministrazione. Significa che con la circolare si libera la parte più consistente delle risorse.

Le regole. Gli enti locali, Comuni in testa, potranno utilizzare i fondi a disposizione in maniera molto libera ma rispettando la principale regola della finalità: le risorse serviranno per avviare investimenti sia diretti sia indiretti, quindi anche trasferimenti finalizzati a fare realizzare investimenti ad altri enti, sia pubblici sia privati. La procedura prevede la valutazione dell’avanzo utilizzabile e un passaggio in consiglio comunale per il via libera da parte dell’aula sul suo utilizzo. E poi via, è necessario partire perché i tempi sono ristretti: è infatti necessario avviare l’iter, pubblicando bandi di gara nel caso di progetti già pronti o affidando la progettazione nel caso si debba partire da zero per spendere risorse non vincolate. Entro il 31 dicembre del 2018 le amministrazioni devono dimostrare con atti pratici la volontà di utilizzare l’avanzo di amministrazione: se è relativamente semplice nel caso di fondi giù destinati, è molto più complicato nell’altro caso. I tempi sono strettissimi ma dal momento che la sentenza della Consulta non è limitata al 2018 – stabilendo un principio valido anche per il futuro – gli amministratori chiederanno un margine di manovra superiore con la possibilità di presentare progetti anche nel 2019, così da evitare di fare le cose in fretta e in maniera superficiale.

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