Zedda apre alle primarie: sono la mia storia
Il sindaco di Cagliari a un passo dal sì. L’incontro con Soru. Il Pd torna nella sede di via Emilia
13 novembre 2018
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CAGLIARI. Massimo Zedda continua a sfogliare la margherita: mi candido o non mi candido? La prima opzione, scendere in campo alle elezioni regionali di febbraio, è quella che finora avrebbe avuto la meglio sull’altra, cioè una sua possibile rinuncia a partecipare alla corsa per il titolo di governatore 2019-2024. Detto che il sindaco di Cagliari sarebbe molto più propenso a candidarsi che a non candidarsi, resta il problema di quale percorso sceglierà per arrivare all’investitura ufficiale. Nel frattempo, ha incontrato Soru e sta per fare lo stesso con Maninchedda
Primarie. Zedda lo ha detto chiaramente: «Se non prendessi in considerazione le primarie, negherei la mia stessa storia». Ed è proprio così: lui ha cominciato a vestire i panni del possibile leader nei gazebo. Era il 31 gennaio del 2011 quando da giovane consigliere regionale dell’allora Sel, era il patito di Vendola, sconfisse un notabile del Pd come Antonello Cabras, ex senatore e attuale presidente della Fondazione Sardegna, nelle primarie per la scelta del candidato sindaco di Cagliari destinato a guidare il centrosinistra. È proprio da quel voto popolare che è cominciata l’ascesa di Massimo Zedda. Quindi, sì alle primarie ma lui stesso ha aggiunto: «Bisogna sedersi comunque intorno a un tavolo e condividere le regole fra tutti quelli che vorranno parteciparvi». Visto però che, in questo momento, le uniche primarie ufficiali e operative sono le primarias organizzate dal Partito dei sardi è con il movimento guidato da Paolo Maninchedda che i progressisti dovranno confrontarsi, e pare lo stiano facendo.
Incontri continui. In questi giorni, l’argomento che tiene banco sin questo variegato fronte progressista e identitario, ancora molto diviso e distante, è questo: trovare un punto d’incontro fra le primarias del Pds e quelle ancora ipotetiche del centrosinistra. Dopo il vertice della settimana scorsa fra le delegazioni del Pds e del Pd, Massimo Zedda sarebbe impegnato a organizzare al più presto un incontro ufficiale proprio con Paolo Maninchedda. Sarebbe ormai questione di ore e il faccia a faccia fra i due leader potrebbe avvenire entro metà settimana. Tra l’altro favorito dallo spostamento della scadenza per la presentazione delle candidature di governatore alle primarias: da giovedì a domenica. Fra i due uomini forti ci sarebbero stati già diversi contatti personali, o comunque attraverso alcuni rispettivi ambasciatori. Ora si tratta di trovare se possibile un accordo definitivo per «avvicinarci insieme» all’appuntamento più importante, quelle di febbraio, e quindi il voto degli elettori per la Regione..
Il ruolo del Pd. Quando sembrava essersi ripreso dalla batosta elettorale di marzo, è invece ripiombato nella guerra interna. L’uscita forte e molto critica dell’ex governatore ed ex segretario Renato Soru contro la giunta Pigliaru e il suo stesso partito, sabato scorso a Nuoro in un convegno organizzato dagli indipendentisti di Autodeterminatzione, ha riacceso gli animi. È non può essere, ad esempio, certo un caso che proprio ieri – a poche ore dall’ultimo scontro a distanza fra Soru e Pigliaru, l’attuale segretario del Pd, Emanuele Cani, abbia annunciato il ritorno del partito nella sede storica di via Emilia, a Cagliari. A decidere il trasloco all’ultimo piano del palazzo di viale Regina Margherita era stato, guarda caso, proprio Soru. Ora il contro-trasloco, nonostante in passato sia stato annunciato più volte ma mai realizzato, è stato portato a termine quando i rapporti interni fra lo stesso Soru e il partito sono ritornati ben oltre il minimo storico. Anche su questo fronte Zedda si starebbe impegnando, per cercare di mettere pace nel Pd anche se non è il suo partito. In queste ore ha incontrato Renato Soru per chiedergli un suo eventuale sostegno diretto in campagna elettorale. In settimana, dopo che giovedì è atteso da un confronto con gli ex Pd di Articolo 1-Mdp, Zedda dovrebbe incontrare invece Emanuele Cani per provare a mediare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
Primarie. Zedda lo ha detto chiaramente: «Se non prendessi in considerazione le primarie, negherei la mia stessa storia». Ed è proprio così: lui ha cominciato a vestire i panni del possibile leader nei gazebo. Era il 31 gennaio del 2011 quando da giovane consigliere regionale dell’allora Sel, era il patito di Vendola, sconfisse un notabile del Pd come Antonello Cabras, ex senatore e attuale presidente della Fondazione Sardegna, nelle primarie per la scelta del candidato sindaco di Cagliari destinato a guidare il centrosinistra. È proprio da quel voto popolare che è cominciata l’ascesa di Massimo Zedda. Quindi, sì alle primarie ma lui stesso ha aggiunto: «Bisogna sedersi comunque intorno a un tavolo e condividere le regole fra tutti quelli che vorranno parteciparvi». Visto però che, in questo momento, le uniche primarie ufficiali e operative sono le primarias organizzate dal Partito dei sardi è con il movimento guidato da Paolo Maninchedda che i progressisti dovranno confrontarsi, e pare lo stiano facendo.
Incontri continui. In questi giorni, l’argomento che tiene banco sin questo variegato fronte progressista e identitario, ancora molto diviso e distante, è questo: trovare un punto d’incontro fra le primarias del Pds e quelle ancora ipotetiche del centrosinistra. Dopo il vertice della settimana scorsa fra le delegazioni del Pds e del Pd, Massimo Zedda sarebbe impegnato a organizzare al più presto un incontro ufficiale proprio con Paolo Maninchedda. Sarebbe ormai questione di ore e il faccia a faccia fra i due leader potrebbe avvenire entro metà settimana. Tra l’altro favorito dallo spostamento della scadenza per la presentazione delle candidature di governatore alle primarias: da giovedì a domenica. Fra i due uomini forti ci sarebbero stati già diversi contatti personali, o comunque attraverso alcuni rispettivi ambasciatori. Ora si tratta di trovare se possibile un accordo definitivo per «avvicinarci insieme» all’appuntamento più importante, quelle di febbraio, e quindi il voto degli elettori per la Regione..
Il ruolo del Pd. Quando sembrava essersi ripreso dalla batosta elettorale di marzo, è invece ripiombato nella guerra interna. L’uscita forte e molto critica dell’ex governatore ed ex segretario Renato Soru contro la giunta Pigliaru e il suo stesso partito, sabato scorso a Nuoro in un convegno organizzato dagli indipendentisti di Autodeterminatzione, ha riacceso gli animi. È non può essere, ad esempio, certo un caso che proprio ieri – a poche ore dall’ultimo scontro a distanza fra Soru e Pigliaru, l’attuale segretario del Pd, Emanuele Cani, abbia annunciato il ritorno del partito nella sede storica di via Emilia, a Cagliari. A decidere il trasloco all’ultimo piano del palazzo di viale Regina Margherita era stato, guarda caso, proprio Soru. Ora il contro-trasloco, nonostante in passato sia stato annunciato più volte ma mai realizzato, è stato portato a termine quando i rapporti interni fra lo stesso Soru e il partito sono ritornati ben oltre il minimo storico. Anche su questo fronte Zedda si starebbe impegnando, per cercare di mettere pace nel Pd anche se non è il suo partito. In queste ore ha incontrato Renato Soru per chiedergli un suo eventuale sostegno diretto in campagna elettorale. In settimana, dopo che giovedì è atteso da un confronto con gli ex Pd di Articolo 1-Mdp, Zedda dovrebbe incontrare invece Emanuele Cani per provare a mediare.
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