La Nuova Sardegna

Murgia: meglio soli mai alleati di chi ha devastato l’isola

di Silvia Sanna
Murgia: meglio soli mai alleati di chi ha devastato l’isola

Il leader di Autodeterminatzione chiude le porte al dialogo «Abbiamo un progetto nuovo. Il voto utile? È sbagliato»

16 dicembre 2018
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SASSARI. Ci vuole coraggio ad andare da soli contro le corazzate e lui quel coraggio ce l’ha. Costi quel che costi, Andrea Murgia sventola con grinta la bandiera del suo progetto indipendentista, condiviso con alcune sigle storiche e con altre deluse dalle precedenti alleanze. Nato 47 anni fa a Seulo, una vita in viaggio tra Cagliari e Bruxelles dove lavora come funzionario all’Unione Europea, Murgia è candidato alla presidenza della Regione dall’inizio di ottobre. È stato scelto all’unanimità dal polo indipendentista Autodeterminatzione che correrà da solo alle Regionali.

Murgia, andare da soli è complicato. Perché avete chiuso le porte alle alleanze?

«Noi siamo qualcosa di profondamente diverso rispetto a quanto si è visto sinora. Per questo è impensabile un’alleanza con chi ha governato male la Sardegna negli ultimi decenni».

Che cosa vi rende diversi da tutti gli altri?

«Noi abbiamo un progetto di Sardegna, un’isola da modernizzare, che vuole uscire dall’isolamento e dalla cattiva amministrazione».

Da che cosa inizierete?

«Le priorità sono almeno cinque: trasporti, sanità, agricoltura, energia e cultura. In tutti quei settori la politica è stata fallimentare».

Parliamo di trasporti.

«La prima cosa da fare è rivedere i bandi per la continuità territoriale aerea e marittima per mettere fine al monopolio di Alitalia da una parte e di Cin-Tirrenia dall’altra».

A proposito di continuità aerea, la Regione è stata protagonista di accesi scontri con l’Europa. Lei, funzionario Ue, ritiene che l’Europa sia matrigna nei confronti della Sardegna?

«Il problema non è l’Europa ma il fatto che le procedure seguite dalla Regione in materia di concorrenza non sono state corrette. Da questo sono nati tutti i problemi».

Ieri a Sassari ha partecipato a un incontro sulla sanità. Come giudica la riforma varata dalla giunta Pigliaru?

«Sbagliata perché aumenta le disuguaglianze tra i territori con la riorganizzazione della rete ospedaliera. Che non era neppure obbligatoria».

In che senso?

«La Regione non era tenuta ad adeguarsi al decreto ministeriale 70, invece l’ha fatto senza neppure negoziare eccezioni legate alla condizione insulare».

L’agricoltura invece?

«Il Psr è stato un fallimento, su 2600 domande di giovani imprenditori ne sono state accolte appena 800, gli altri sono stati illusi. Faremo scorrere le graduatorie per andare incontro a queste persone che hanno investito e aperto aziende e sono stati abbandonati».

Zedda vuole aprire un dialogo con voi, che cosa gli risponde?

«Non dico nulla, ragiono sui programmi. E il nostro è diverso su moltissimi temi, anche sulla questione dell’energia».

È contrario al metano?

«Sono contrario al metanodotto, alla creazione di una dorsale che tagli l’isola e che quando sarà realizzata sarà già superata. Dico sì invece all’utilizzo delle reti di distribuzione esistenti e soprattutto alle energie rinnovabili come il fotovoltaico. Sull’energia contiamo di investire 1 miliardo di euro di fondi europei per ristrutturare 120mila abitazioni in cattive condizioni utilizzando prodotti sardi come lana, vetro e legno. L’obiettivo è triplice: combattere la povertà energetica, abbassare le bollette e ridurre le emissioni, rilanciare l'edilizia senza consumare suolo. E con il lavoro si combatte anche lo spopolamento».

A sentirla parlare sembra facile. Ma perché nessuno l’ha fatto sinora?

«Si è perso tempo con iniziative inutili. Sul tema dello spopolamento ho sentito tante baggianate. Non si combatte né con le telecamere né con il tele lavoro: la gente va via perché il lavoro non c’è».

È nato un nuovo soggetto politico, Sardi liberi, formato da Unidos, Progres ed ex sardisti. Con loro un’alleanza è possibile?

«Guardiamo con interesse a tutti i movimenti autonomisti ma non si può dimenticare che Mauro Pili è stato eletto governatore della Sardegna con Forza Italia».

Che cosa risponde a chi le parla del “voto utile”?

«Che è inutile e sbagliato, perché serve esclusivamente a garantire le poltrone a chi ha governato male l’isola sinora».

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