La Nuova Sardegna

I lavoratori Aias: «Dieci giorni di sciopero»

I lavoratori Aias: «Dieci giorni di sciopero»

Dai dipendenti appello alle istituzioni: serve una svolta, l’associazione deve essere commissariata

18 ottobre 2019
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SASSARI. Dieci giornate di sciopero, manifestazioni nelle piazze, sit in, incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica. I lavoratori dell’Aias, esasperati da una lunga ed estenuante vertenza con i vertici dell’associazione, non hanno alcuna intenzione di mollare la presa. Ribadiscono il diritto sacrosanto di essere pagati per il lavoro svolto e ricordano che mandano all’appello dai 10 ai 12 stipendi, più bonus Renzi e tredicesime . Complessivamente nei confronti dei lavoratori, circa 1200, l’Aias della famiglia Randazzo ha accumulato un debito di circa 10 milioni di euro e la stessa somma deve al Fisco per versamenti mai effettuati. Una voragine che ha spinto il pm a presentare istanza di fallimento al tribunale di Cagliari. L’Aias si è opposto e tramite i suoi legali ha chiesto di poter accedere preliminarmente al concordato preventivo per poi presentare un piano di ristrutturazione. Nel frattempo il consiglio regionale ha approvato la risoluzione che apre alla revoca della convenzione per l’Aias. Nell’attesa della decisione del giudice, i lavoratori sollevano i toni della protesta: l'assemblea ha dato mandato ai sindacati di indire un pacchetto di 10 giornate di sciopero entro la fine di novembre. In concomitanza saranno organizzate anche manifestazioni di piazza. Nessuna forma di sciopero sarà esclusa, «con l'unico vincolo del preavviso a tutela dei servizi garantiti costituzionalmente all'utenza».

«La garanzia per la continuità dei servizi e per la costruzione di condizioni di lavoro dignitose per le lavoratrici e i lavoratori non può essere assicurata dagli stessi personaggi che hanno provocato la crisi e che hanno alimentato il proprio monopolio con la pretesa della propria insostituibilità – scrivono i lavoratori in un ordine del giorno approvato all'unanimità dall'assemblea – Se davvero vengono riconosciute le sistematiche violazioni dei diritti fondamentali, le rinunce e le privazioni imposte per anni alle lavoratrici ed ai lavoratori ed alle loro famiglie, i soggetti che ne sono i primari responsabili devono essere esclusi dalla costruzione della soluzione della crisi».

Così le lavoratrici ed i lavoratori dell’Aias si rivolgono «a tutte le istituzioni, all'assessorato alla Sanità, ai ministri della Salute e del Lavoro, al Prefetto e allo stesso Tribunale di Cagliari, perché, anche attraverso l'immediato commissariamento dell'Aias, si perfezioni la svolta che è assolutamente necessaria, «avviando immediatamente la transizione della gestione dei servizi verso un progetto alla cui realizzazione le lavoratrici ed i lavoratori chiedono di poter contribuire».

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