La Nuova Sardegna

Snackorino vola lontano: è già sui mercati canadesi

di Antonello Palmas
Snackorino vola lontano: è già sui mercati canadesi

L’idea del pecorino romano Dop in versione merenda è diventata realtà Palitta, Consorzio di tutela: «Parecchie richieste, i produttori ci credano»

29 dicembre 2019
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Appena nato, ma si è già ritagliato spazi importanti sui mercati canadesi. È lo Snackorino, l’ultima idea del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, lanciato di recente a livello di proposta nelle scuole di Ollolai come prima tappa di un progetto di promozione alla cultura alimentare che parta dai più piccoli e si estenda a tanti istituti dell’isola. Come si intuisce dal nome stesso, si tratta di pezzi di formaggio proposti, per intenderci, un po’ come i torroncini, in confezioni tascabili e richiudibili, da 20 grammi ciascuna. Un tocco di energia e sapore per le pause delle lezioni, ma anche in ufficio o in palestra, che riprende un po’ l’usanza degli antichi soldati romani che assumevano il pecorino per darsi la carica in vista delle fatiche della guerra.

«Nelle nostre attività promozionali è l’elemento che ha maggiore visibilità, è un po’ il prodotto del futuro che ci sta portando dove mai avremmo pensato di arrivare. Lo Snackorino ha già una sua collocazione di mercato – dice il presidente del Consorzio, Salvatore Palitta – e ho già visto con miei occhi in Canada come i nostri associati comincino a inserirlo nelle loro linee commerciali. Nell’ultimo periodo sono già parecchie le commissioni. C’è un’importante catena che già propone sugli stessi banchi i tre snack: il nostro, con la confezione color argento, quella del Grana Padano di color bronzo, quella del Parmigiano Reggiano, color oro. E funziona. L’idea piace ai consumatori in generale per il facile possibilità di utilizzo e per la facilissima capacità di conservazione: ha il vantaggio di durare nel tempo e nelle migliori condizioni. E poi si tratta del meglio del prodotto».

Okay, ma i consumatori sono pronti per questa espansione del pecorino romano in aree sinora inesplorate? Molti sono fermi all’idea del vecchio pecorino romano, purtroppo molto radicata, quella di un formaggio molto salato (5%) e poco adatto alla tavola e al consumo diretto per motivi di salute. Figuriamoci se proposto come snack agli scolari. «Non è più così, abbiamo degli standard precisi – spiega Palitta – e già stiamo parlando di un prodotto che è molto cambiato e viene proposto sempre più spesso nella versione a basso contenuto di sale. In più, il sale ha una maggiore concentrazione nella parte periferica della forma, Per lo Snackorino, ad esempio, utilizziamo il cuore del pecorino romano, la parte più nobile, quella che risulta dal cubo ricavato in fase di taglio. Che ha una concentrazione di sale al 2.5-2,6%». E poi l’assenza di lattosio, una caratteristica del pecorino romano particolarmente apprezzata nelle nicchie sempre più ampie di mercato che guardano all’aspetto salutistico dell’alimentazione con attenzione prima inesistente. Anche facendo leva su queste prerogative il prodotto può ambire a ritagliarsi fette maggiori di mercato.

Il Consorzio però non può produrre lo snack, avendo solo compiti di tutela e promozione, ma ha lanciato l’idea: «Ora sta ai produttori farla propria ed “esitarla” sul mercato – dice Palitta – sfruttando questa possibilità che si presenta loro. Lo Snackorino sul mercato c’è già, sono già diversi coloro che stanno mostrando di crederci». Significherebbe dare un rilievo ancora maggiore a un prodotto che già così rappresenta una fetta consistente dell’economia isolana.

Nel frattempo si lavora nel campo della comunicazione. «Per mandare avanti il progetto con le scuole occorrerebbe una collaborazione con la Regione, c’è bisogno di interlocutori per mandarlo avanti – dice il presidente del Consorzio –: noi comunque ci siamo. L’esperienza di Ollolai è stata l’inizio di un lavoro che potrà andare avanti solo se ci sarà sensibilità politica». Anche la Nuova Sardegna partecipa alla fase della divulgazione sull’esigenza di mangiare sano nelle scuole tramite il partenariato col Consorzio. «Abbiamo ipotizzato un concorso per gli studenti – spiega Palitta – basato su un progetto di comunicazione e marketing, gli istituti scolastici dovranno ideare una campagna promozionale che il Consorzio utilizzerà nei prossimi anni, saranno premiati insieme ai ragazzi che avranno realizzato l’idea giudicata vincitrice.

Un’iniziativa nelle scuole è già stata avviata in 200 scuole dell’Emilia Romagna, la cui istituzione regionale ci ha scelto per il progetto: un contest chiamato “Sfide”a colpi di ricette a base di pecorino romano negli istituti alberghieri e uno per la campagna di marketing nei licei. I migliori parteciperanno a Cibus, a Parma, nel 2020. Immaginiamo anche un lavoro con la Regione Lazio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Dopo il blitz

Sassari, il personal trainer indagato: «Lavoriamo in modo pulito»

di Luca Fiori
Le nostre iniziative