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No a comizi, spuntini e porta a porta la campagna elettorale cambia faccia

No a comizi, spuntini e porta a porta la campagna elettorale cambia faccia

SASSARI. Erano i pilastri della campagna elettorale paesana: candidati sull’uscio di casa armati di “santino”, spuntini organizzati seguendo le note dello spartito di “aggiungi un posto a tavola che...

22 ottobre 2020
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SASSARI. Erano i pilastri della campagna elettorale paesana: candidati sull’uscio di casa armati di “santino”, spuntini organizzati seguendo le note dello spartito di “aggiungi un posto a tavola che (forse) c’è un voto in più” e infine i comizi di presentazione delle liste e di chiusura di quel balletto politico-gastro-enologico che è la corsa al voto nei piccoli centri. Certo, ci sono anche i programmi, la cosa più importante e anche l’unica che è sopravvissuta all’uragano Covid. Il resto è finito nel congelatore. Sospeso, come il voto degli elettori entrati in contatto con il Sars-Cov-2 o come le visite dei big nazionali, l’ultima quella di Matteo Salvini saltata poche ore prima dell’arrivo a Porto Torres e Nuoro. La paura del contagio ha cancellato tutte le abitudini che prevedono il contatto o la prossimità fisica. Il primo sindaco a gettare il cuore oltre l’ostacolo è stato Giovanni Antonio Satta, sindaco di Buddusò: «È una campagna elettorale anomala – spiega – ma non credo che possa spostare gli equilibri al punto di favorire un candidato o l’altro. Spesso si tratta di pochi voti “sospesi”, quello che mi preoccupa maggiormente è che ci sono persone che temono il seggio, per paura di contagi. Noi faremo i tamponi preventivi a tutti gli scrutatori, per dare maggiore sicurezza».La situazione, anche a Buddusò, non è chiara: «Non sappiamo quante siano con precisione le persone in isolamento, l’Ats fatica ad aggiornare questi dati. Credo che in paese ce ne siano un decina ma se fossi candidato e perdessi di dieci voti non farei ricorso, non è mica detto che tutti avrebbero votato me». E intanto, anche se l’ordinanza che vietava i comizi è ancora in vigore, anche a Buddusò la campagna elettorale si è sviluppata su canali alternativi: «C’era comunque la possibilità di organizzare comizi all’aperto, nelle aree che potevano ospitare le persone in sicurezza. Eppure non ce ne sono stati, i candidati hanno preferito le telefonate o i social network, dando una dimostrazione di responsabilità».

La bagarre politica. Anche lontano dai piccoli centri la campagna elettorale si anima solo con gli scontri a distanza. E c’è chi ha chiesto l’annullamento delle elezioni, ad eccezione di Nuoro. Il coordinatore della Lega, Eugenio Zoffili, ha rotto ogni tipo di indugio e ha chiesto l’intervento della Regione. Secondo Zoffili, il voto dovrebbe essere garantito solo a Nuoro, dove possono votare anche i positivi. Negli altri centri si rischia di non raggiungere il quorum o di generare tanti, troppi ricorsi. Per il momento la Regione non ha rispstao alle richieste del deputato leghista, lo ha fatto il Pd: «Zoffili dovrebbe chiedersi perché la sua maggioranza sardo leghista non abbia preso in considerazione la proposta di legge numero 183 che il gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale ha depositato, il 3 luglio 2020, per promuovere l'election day il 20 e 21 settembre in concomitanza del referendum. Si trattava di una proposta di buon senso, che avrebbe consentito di svolgere le elezioni in un momento sanitario più favorevole e avrebbe inoltre consentito un gran risparmio economico, e invece, purtroppo, solo dopo qualche mese ci si rende conto che avrebbe meritato maggiore attenzione». (c.z.)

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