La Nuova Sardegna

Uno staff extra large per il governatore

di Umberto Aime
Uno staff extra large per il governatore

La commissione Bilancio approva la riforma voluta da Solinas: 61 nuovi incarichi e una spesa annua di 6 milioni

28 gennaio 2021
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CAGLIARI. La legge sullo staff allargato del governatore ha superato un altro scoglio. Con i voti della sola maggioranza di centrodestra, contrarie le opposizioni, la commissione bilancio ha dato il via libera a 61 nuovi incarichi e a una spesa lorda di 6 milioni e 91mila euro quest’anno e altrettanti nel 2022. Ora mancano solo due sì: sono quelli della commissione riforme e del Consiglio regionale, che dovrebbero arrivare entro metà febbraio. È passata quindi la linea del governatore, che aveva sollecitato una corsia preferenziale per il suo disegno di legge. Alla fine sugli 11 articoli la coalizione s’è ricompattata, nonostante i molti malumori delle ultime settimane.

Il costo e le polemiche. Gli oltre sei milioni a carico del bilancio della Regione non sono un’indiscrezione. A scriverlo è lo stesso governatore nella relazione tecnico-economica, obbligatoria, inviata alla commissione bilancio per esprimere il parere. Il dettaglio è questo: mezzo milione nel 2020, poi 12 volte tanto quest’anno e altri 6 milioni il prossimo. Perché? La risposta della Giunta è sintetizzata in un’altra relazione, quella politica, anche questa allegata al disegno di legge: «Dopo ben 43 anni, va rinnovato e razionalizzato l’ordinamento delle strutture centrali della Regione». Ma non per le opposizioni: «Siamo di fronte a una moltiplicazione delle poltrone in un momento drammatico a causa della pandemia e alla nascita, tra l’altro imposta, di una struttura parallela sotto lo stretto controllo del presidente e che finirà per svuotare di competenze gli assessori». Lo scontro è appena agli inizi ed è scontato che salirà di tono quando la legge sarà discussa in aula.

Nuovi incarichi e stipendi. Il team del presidente costerà oltre mezzo milione al mese e dovrà essere costituto per quanto riguarda i posti di vertice «da personale interno o esterno alla Regione». Cioè da manager di «particolare e comprovata qualifica professionale, con almeno 5 anni di dirigenza in enti pubblici o privati, oppure altrettanti anni d’iscrizione in ordini professionali per il cui accesso è previsto un esame di Stato». In testa alla piramide, ci sarà il segretario generale, incarico tutto nuovo, con un ingaggio intorno ai 285mila euro lordi l’anno, e il compito di «mantenere i rapporti fra governo della Regione e amministrazione pubblica». Poi sarà sempre lui, il super manager, a coordinare i tre direttori di dipartimento, per ognuno lo stipendio supererà i 244mila euro lordi, e che a loro volta controlleranno i direttori generali degli assessorati, accorparti nelle macro aree programmazione, attività produttive e politiche sociali. L’Ufficio di presidenza, che a questo punto dovrebbe passare da 28 a 48 incarichi, sarà poi rinforzato con il Comitato per la legislazione e il Servizio studi. Il resto dello staff, infine, crescerà ancora anche grazie all’assunzione di altri addetti al gabinetto e al cerimoniale. Tirate le somme, i nuovi incarichi saranno 20, per un costo stimato di 2,5 milioni l’anno. Mentre – com’è scritto nel disegno di legge – sarà di 41 unità il personale in più negli uffici di gabinetto dei 12 assessorati. Saranno assunti 5 consulenti e 36 addetti per lo staff, con una spesa quantificata in 2,8 milioni lordi l’anno.

I tempi. La settimana prossima gli 11 articoli dovrebbero essere licenziati dalla commissione riforme e dopo una decina di giorni iscritti all’ordine del giorno del Consiglio. A metà febbraio, quindi, dovrebbe cominciare lo scontro in aula.

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