La Nuova Sardegna

Green pass, punti deboli e modifiche già annunciate

Green pass, punti deboli e modifiche già annunciate

Il ministero chiarisce le modalità per chi è stato vaccinato all’estero. Dubbi sulle regole per gestori e personale di bar e ristoranti, cene in albergo

08 agosto 2021
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SASSARI. Tra mugugni e consensi, il green pass si diffonde sempre più: «Solo nella giornata di ieri sono stati scaricati oltre 6,7 milioni di green Pass - ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza -. È il segno della grande collaborazione e del senso di responsabilità mostrato dagli italiani. Con green pass e vaccini contrastiamo il Covid e viviamo un'estate più sicura». Per convinzione o per necessità, dunque, tanti italiani si stanno adeguando e acquisiscono la certificazione che consente loro di spostarsi liberamente. Rimangono però alcuni innegabili punti deboli in un sistema che dovrà di certo andare a regime, ma che al momento si espone ad alcune critiche.

Vaccinati all’estero. Ci sono molti italiani e tra questi anche tanti sardi, soprattutto ragazzi di ritorno da esperienze di studio, che sono stati vaccinati all’esterno, in paesi extra Ue. La direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute ha diffuso una circolare che definisce le modalità di rilascio del certificato di vaccinazione o guarigione ai cittadini italiani vaccinati o guariti all’estero. I cittadini italiani e i loro familiari conviventi che sono stati vaccinati all’estero o sono guariti all’estero potranno richiedere, se si trovano già sul territorio italiano, il rilascio della certificazione emessa dalla piattaforma nazionale. Per farlo dovranno presentarsi agli uffici Asl di competenza territoriale con documento di identità, codice fiscale e certificato vaccinale rilasciato dall’autorità sanitaria estera che riporti almeno i dati identificativi del titolare, quelli relativi al vaccino (denominazione e lotto), la data di somministrazione e i dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato. I vaccini accettati sono Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson&Johnson. Le persone che hanno superato il Covid devono presentare certificato di guarigione rilasciato dall’autorità che, oltre ai dati identificativi, contenga anche informazioni sull’infezione.

Ristoratori e baristi. Il cliente ha l’obbligo di presentare il pass se vuol consumare seduto all’interno di un ristoranti o bar, ma lo stesso obbligo non c’è per chi lo serve ai tavoli o per chi gestisce la struttura. Questo aspetto dovrebbe essere superato con un nuovo provvedimento del Governo che prevederà l’obbligo anche per gestori e personale.

Documento d’identità. Il decreto legge 105 stabilisce che i gestori di attività come ristoranti, bar, musei, palestre, devono «verificare che l’accesso ai servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni». Ma non si fa cenno all’obbligo di richiedere al cliente o al visitatore il documento di identità.

All’aperto, ma con differenze. Che differenza c’è, dal punto di vista del rischio di contagio, tra un concerto e un pranzo, entrambi all’aperto? Sembrerebbe nessuna. Invece chi assiste a un concerto deve avere il green pass, chi pranza all’aperto no.

Cena in albergo. Se si è ospiti di un albergo non è necessario esibire il green pass. Neppure per usufruire dei servizi di colazione, pranzo e cena. Ma bisogna averlo se si intende usufruire di un’eventuale piscina coperta.

In chiesa. Al chiuso e a volte anche in ambienti angusti: ma per assistere a una messa (o a una celebrazione religiosa) non è richiesto il pass verde. (r.pe.)

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