La Nuova Sardegna

Al tavolo di Gigi Riva, re di Montecristo

di Mario Frongia
Al tavolo di Gigi Riva, re di Montecristo

Per più di 25 anni, tutte le sere, ha cenato nel ristorante di Giacomo Deiana: «Prosciutto di Villagrande, spaghetti alle arselle e triglie fritte»

04 marzo 2022
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Lo striscione rossoblù, con la scritta “Cagliari-Campioni d’Italia 1969/70”, è sempre lì. In alto, a sovrastare quello che per diciassette anni è stato l’angolo del re del calcio. Poco distante il busto in bronzo di Nenè. Il tavolo “riservato” e la sedia in stile campidanese completano lo scenario. Ma si intuisce che di recente qualcosa è cambiata. Il ristorante Stella Marina di Montecristo, tempio laico e inaccessibile del campione. Gigi Riva e un luogo che ancora oggi è meta di un pellegrinaggio silenzioso e laico. Giacomo Deiana è stato l’oste, attento esecutore dei desideri, tutto sommato modesti, di Rombo di Tuono. «Due fettine di prosciutto di Villagrande, gli spaghettini alle arselle e le trigliette di scoglio fritte. Acqua leggermente frizzante, raramente mezzo bicchiere di rosso. Gigi è stato e rimane una presenza di straordinaria amicizia per me e per la mia famiglia». Tutte le sere, fin da dopo i mondiali di Usa ’94, eccetto la domenica, il mancino inarrivabile ha cenato da Giacomo. Ma adesso, fatta eccezione per una visita privata dello scorso anno, il recordmen di gol in nazionale, 35 in 42 partite, non si fa più vedere. «L’ho sentito di recente al telefono. Sta bene, ma non si muove da casa» taglia corto Giacomo, fedele custode della privacy del bomber dei bomber. Il locale, in una viuzza a due passi dal porto e dalla movida del quartiere Marina, a poche decine di metri dal palazzo del Consiglio regionale, è a misura d’uomo. Un piccolo grande museo di maglie, articoli di quotidiani, poster e sciarpe autografate. L’atmosfera sa di buona cucina, il profumo di gamberoni, orate e spigole arrosto è irresistibile. Poco sfarzo, cucina genuina, semplice. Ma non solo. Il locale rivela fatica e sacrifici. Quelli di Valentino, Adriana e Giacomo Deiana. Da Esterzili alla Lombardia per scrivere le pagine più impegnative della ristorazione «Siamo rientrati a Cagliari nel 1990. Stella Marina nasce da un’idea di mio fratello dopo tanti anni fuori. Ero un ragazzino, a Milano abbiamo lavorato ai ristoranti Montecristo, Torre del Mangia e Palio. Sapevamo che tornare in Sardegna sarebbe stata dura. È andata bene». Giacomo si racconta con un filo di ironia. «Momenti che non scordo? Tullio de Piscopo, il batterista di Pino Daniele ed Edoardo Bennato, e il suo pazzesco assolo di percussioni con le posate su un tavolo, bottiglie e bicchieri che stava per distruggere. Ma anche Carmine Longo, storico diesse del Cagliari degli Orrù, che mi chiese il telefono per chiudere il contratto di Cappioli e qualche altro».

continua a pagina 24.
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