La Nuova Sardegna

Becciu: «È stato un massacro mediatico»

di Gianni Bazzoni
Becciu: «È stato un massacro mediatico»

Processo per i fondi del Vaticano, dichiarazioni spontanee del cardinale di Pattada sulle finalità dei bonifici contestati

18 marzo 2022
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SASSARI. «Sono stato preceduto da un massacro mediatico senza precedenti. Presentato come il peggiore dei cardinali. Una campagna violenta e volgare. Accuse di ogni genere con un’eco mondiale. Sono stato descritto come un uomo corrotto. Avido di soldi. Sleale verso il Papa. Preoccupato soltanto del benessere dei miei familiari. Hanno insinuato infamie sull’integrità della mia vita sacerdotale, aver finanziato testimoni in un processo contro un confratello, essere addirittura proprietario di pozzi di petrolio o di paradisi fiscali. Mi hanno ferito e colpito nel mio essere sacerdotale e nei miei affetti familiari. Ma non mi hanno piegato».

Ha esordito così il cardinale Angelo Becciu nelle dichiarazioni spontanee rese nella decima udienza del processo in Vaticano per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato.

«Dichiaro la mia disponibilità totale a cercare e a dire – ha detto il cardinale – la verità. Desidero anzi che al più presto sia proclamata. Lo devo alla mia coscienza. Lo devo ai miei antichi collaboratori, a tutti gli uomini della Curia, alle comunità ecclesiali che mi hanno conosciuto come delegato del Papa per la beatificazione di numerosi servi di Dio e nei Paesi che ho servito nel corso del mio servizio diplomatico. Lo devo ai miei familiari. Lo devo soprattutto al Santo Padre, che recentemente ha dichiarato di credere alla mia innocenza. Lo devo alla mia Sardegna che sempre ha creduto nel suo cardinale».

L'inizio dell'interrogatorio da parte del presidente Giuseppe Pignatone, è stato dedicato agli aspetti inerenti il presunto peculato per i fondi inviati alla diocesi di Ozieri e alla Cooperativa Spes, guidata dal fratello Antonino. Angelo Becciu ha spiegato le “finalità caritatevoli” dei due bonifici con fondi della Segreteria di Stato contestati dall'accusa (dopo un precedente prestito personale di 100mila euro nel 2013).

Il cardinale ha spiegato che il primo contributo di 25mila euro nel 2015, richiesto dall'allora amministratore apostolico monsignor Sebastiano Sanguinetti, servì a far ripartire la produzione di un panificio, ideato dalla Diocesi d'intesa con la Caritas locale, andato distrutto in un incendio, nell'ambito del progetto d'inclusione sociale “Il pane degli ultimi”, grazie al quale oltre 15 lavoratori svantaggiati sono in grado di sostenere le loro famiglie. Il secondo contributo, 100mila euro nel 2018, fu erogato, su richiesta del vescovo Corrado Melis, per sostenere la costruzione del centro polifunzionale “Cittadella della carità”, finalizzato a ospitare, fra l'altro, uffici Caritas, assistenza agli anziani e ai profughi. Il centro, dopo una lunga fase di raccolta di fondi da parte della Diocesi, ha visto l'avvio dei lavori lo scorso 28 febbraio. «Oggi si è dimostrato il corretto impiego delle somme gestite dalla Segreteria di Stato, con finalità uniche ed esclusive di carità», hanno commentato i difensori Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo. L'interrogatorio del cardinale Becciu continuerà il 5 aprile, anche sulle altre vicende come la compravendita del palazzo di Londra e la presunta subornazione del testimone-chiave Alberto Perlasca. Sull'altro presunto peculato, in concorso con la ex manager Cecilia Marogna, invece il cardinale Becciu ha chiesto di avvalersi del «segreto pontificio». Il Tribunale ieri ha respinto alcune richieste di prove avanzate dalle difese. In particolare, ha rigettato le richieste di perizia sulle asserite anomalie nelle registrazioni audio-video del testimone monsignor Alberto Perlasca, perché allo stato sarebbe «solo esplorativa».

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