La Nuova Sardegna

Detenuto blocca una guardia con una lama artigianale, caos nel carcere di Nuchis

Detenuto blocca una guardia con una lama artigianale, caos nel carcere di Nuchis

Nuova aggressione nel penitenziario gallurese, dove scoppia anche la protesta degli altri reclusi

19 giugno 2022
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TEMPIO. Un’altra aggressione nel carcere di Nuchis. Un detenuto ha minacciato con una lama un poliziotto penitenziario e ha scatenato la protesta di almeno altri novanta reclusi. Che, per più di un’ora, hanno sbattuto pentole e altri oggetti contro le sbarre. L’intervento del comandante è stato determinante: è riuscito a calmare e a riportare in cella il prigioniero, un pugliese di 48 anni che deve scontare una lunga pena e che ha perso letteralmente il controllo.

A raccontare l’ennesima storia di ribellione in una casa circondariale è Luigi Arras, segretario nazionale del Sinappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria).

Tutto è cominciato l’altro ieri sera attorno alle 19. «Due agenti penitenziari hanno aperto una cella, ma il detenuto che si trovava all’interno, piuttosto alto e robusto, si è scagliato contro uno di loro puntandogli alla gola una lama ricavata da una bomboletta di gas da campeggio. Non solo: nello stesso tempo, con una velocità incredibile, è riuscito anche a strappare dalle mani all’altro poliziotto le chiavi delle celle. Urlava minaccioso e pretendeva che arrivasse subito il comandante della polizia penitenziaria del carcere. Voleva trattare con lui, perché non accettava le nuove regole di comportamento imposte ai reclusi. E così si è ribellato, sequestrando i poliziotti e mettendoli in serio pericolo. Il comandante, per fortuna, grazie alla sua esperienza è riuscito a far rientrare il detenuto nella cella e a ristabilire l’ordine in tutta la sezione. Dove, per un tempo che sembrava infinito, rimbombava soltanto il rumore delle pentole sulle sbarre».

«C’è da dire anche – prosegue il segretario del Sinappe – che l’autore dell’aggressione, che faceva parte della Sacra Corona Unita, era arrivato nel carcere di massima sicurezza di Nuchis di recente: era stato trasferito qui da Oristano proprio in seguito a un’altra aggressione contro il comandante della polizia penitenziaria del “Salvatore Soro”. I casi, dunque, continuano a crescere e non è più tollerabile. Ancora una volta ci sono stati disordini all’interno di quelle istituzioni che dovrebbero rappresentare il baluardo della sicurezza. E invece all’interno degli istituti penitenziari di ogni regione, e non solo in Sardegna, da troppo tempo ormai la situazione è giunta al limite. Tante volte la nostra organizzazione sindacale ha evidenziato al Governo la necessità di rivedere la gestione dei detenuti che sempre più spesso si rendono responsabili di atti violenti e di aggressioni, ma non è servito».

«Il Sinappe – conclude Luigi Arras – si congratula con gli uomini intervenuti per la professionalità e competenza dimostrate, esprime piena solidarietà ai colleghi sequestrati e chiede a gran voce un intervento urgente dei vertici affinché la sicurezza nelle carceri possa essere una garanzia per i suoi lavoratori». (r.o.)

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