La Nuova Sardegna

Le vetrine dell'isola

Le irrinunciabili icone della Sardegna per la promozione del turismo

di Roberto Petretto
Le irrinunciabili icone della Sardegna per la promozione del turismo

Gli elementi fondamentali della comunicazione dagli anni Cinquanta a oggi

22 settembre 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Cambiano gli strumenti di comunicazione, cambiano i mercati e i gusti. Ma nel corso dei decenni chi si è cimentato nella promozione turistica dell’immagine della Sardegna raramente ha fatto a meno di puntare su elementi conosciuti e rassicuranti. In questi giorni il dibattito si è acceso sullo spot commissionato dalla presidenza della Giunta regionale: in molti hanno contestato il ricorso a suggestioni utilizzate già tante volte.

Non sarebbe la prima volta che accade. A scorrere le immagini di vecchie campagne che avrebbero dovuto invogliare il turista a trascorrere le proprie vacanze nell’isola si nota subito un fil rouge che lega il passato al presente: il corredo iconografico si ripete. Pochi sono riusciti a sfuggire all’abbraccio di gruppi folk, figuranti in costume tradizionale, balli tipici, mamuthones e acque cristalline. D’altronde, se si vogliono pubblicizzare le bellezze di un luogo, come riuscire nell’impresa di farlo senza scivolare nel déjà vu?

Già negli anni ‘50 l’Esit (Ente sardo industrie turistiche) utilizzava a piene mani uomini e donne in costume tradizionale e qualche coro a tenore per lanciare il proprio invito istituzionale: “Visitate la Sardegna”. Slogan semplice e, visto con gli occhi di oggi, forse un po’ ingenuo, ma che aveva il pregio di essere diretto e chiaro. E come dimenticare un manifesto del 1959 la cui realizzazione venne affidata alla penna del noto disegnatore Jacovitti che disseminò i propri caratteristici personaggi per l’occasione agghindati in abiti tipici, su una cartina della Sardegna, completando l’opera con animali e piante del luogo anche loro stilizzate secondo l’inconfondibile “Vitt”?

Anche artisti di grande valore vennero chiamati a dare il proprio contributo alla causa: si ricordano splendidi manifesti firmati da Giuseppe Biasi.

Col tempo l’immagine è diventata più curata, più patinata. Sono cambiati i media utilizzati: il dépliant ha lasciato sempre più spazio alle inserzioni pubblicitarie sulle riviste, poi agli spot sulle televisioni e, in tempi più recenti, ai passaggi sul web. L’ultima frontiera è quella dei social, degli influencer, dei tiktoker

Sono arrivate le grandi firme della pubblicità, i testimonial di grido. L’ultima, in ordine di tempo, Caterina Murino. Ma nel messaggio che veniva portato all’attenzione del pubblico, con qualche rara eccezione, non mancavano gli ingredienti di sempre: costumi tradizionali, balli, launeddas, mamuthones.

L’elemento di novità, negli ultimi anni, è arrivato grazie ai Giganti di Mont’e Prama. Elemento forte, caratterizzante, originale e unico, di grande impatto. Ed infatti è stato subito un fiorire di giganti ovunque, di richiami ai giganti, di citazioni dei giganti, di elementi stilistici che ricordano i giganti.

Un capitolo a parte merita il mare della Sardegna: anche questo una costante, un elemento che non può mancare. Come se per pubblicizzare le Maldive si rinunciasse a spiagge e acqua: impossibile. Ecco quindi che le località costiere dell’isola sono un pezzo tanto forte da venire utilizzate anche in campagne pubblicitarie di altre regioni e persino di altre nazioni.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative