La Nuova Sardegna

Sanità

Rinunce alle cure specialistiche: Regione di nuovo sotto accusa

Rinunce alle cure specialistiche: Regione di nuovo sotto accusa

Dalla Cisl pensionati e dal Partito democratico critiche per la gestione della sanità. Farina (Fnp): «Anziani i più penalizzati». Ganau: «Basta dare le colpe al passato»

06 novembre 2022
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Sassari La sanità sempre al centro dell’attenzione con i suoi tanti problemi: l’ultimo, rilevato dall’associazione Salutequità, che ha messo in evidenza come il 18,3 per cento dei sardi rinunci alle visite specialistiche. Le reazioni alla notizia pubblicata da La Nuova Sardegna non si sono fatte attendere. Dura quella dei pensionati aderenti alla Cisl: «Da tempo abbiamo denunciato che la gran parte di questi “riunciatari” è formata da pensionati, categoria che assomma le condizioni che costringono a disertare gli ambulatori privati: presentano un più alto numero di patologie e hanno un reddito che non può sostenere visite specialistiche che, pur prive di ricevuta fiscale, quindi in nero, hanno un costo quasi sempre superiore a 100 euro».

Altrettanto duro il giudizio del capogruppo del Pd in consiglio regionale, Gianfranco Ganau: «Quello che più preoccupa è che non c’è nessuna presa di coscienza da parte del centrodestra e che nel rimpasto infinito di Solinas, ormai una burla per tutti, si prevede la conferma di Nieddu perchè lo dice la Lega, nonostante le certificazioni del disastro di questi 4 anni siano ormai diffuse, dalla peggiore mortalità covid, alla crescita della migrazione sanitaria, alla riduzione degli interventi chirurgici anche in caso di neoplasie, al peggioramento costante delle liste d’attesa alle bacchettate delle autorità di garanzia, alle smentite evidenti sulla presunta carenza dei medici generata dalla Giunta precedente. Se non avessimo l’autonomia speciale saremmo stati commissariati dal governo già da due anni almeno».

Ora a un quadro generale di per sé critico si aggiunge quello delle rinunce alle cure specialistiche: «La povertà degli anziani - dice il segretario della Fnp Cisl, Alberto Farina - a volte si manifesta anche con la rinuncia alle cure farmacologiche, perchè costose, sistematico e continuato salasso mensile, che erode non solo le pensioni sociali. Per tutto questo, abbiamo fatto appello, l’ultima volta il 22 ottobre scorso, all’assessore Nieddu e al presidente Solinas perché prendano di petto e risolvano l’emergenza sanitaria in Sardegna, che diventerà per i pensionati ancora più drammatica considerati gli alti costi dell’energia, che hanno già alleggerito la borsa della spesa e costretto anche gli over 65 a una dieta questa volta non salutare».

Dall’opposizione in consiglio regionale arriva un pressing sull’esecutivo e una chiamata alla protesta: «Il mio appello ai territori - dice ancora Gianfranco Ganau - è di vigilare e ribellarsi pubblicamente senza subire passivamente cambiamenti dell’erogazione dei servizi. Noi promuoveremo assemblee territoriali su questi temi come Pd e come opposizione unitariamente».

L’elenco delle accuse è lunga: liste d’attesa, mancato riequilibrio tra nord e sud («il sistema del privato accreditato continua ad essere finanziato, aggiungendo risorse dove già sono 8-10 volte superiore al resto dei territori»), sistema del finanziamento basato sulla spesa storica nella sanità convenzionata. Ganau ricorda anche la necessità di rivedere alcune tariffe: «Non si può chiedere ad un medico di fare una visita convenzionata con 21 euro lordi, ne andrebbe della qualità della prestazione al cittadino». «Spero - conclude Ganau - che non si prosegua su questa strada di pessima gestione, la si smetta di dare responsabilità ad un passato ormai lontano».

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