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Cantieri interrotti del Superbonus: nell’isola sospesi lavori per 300 milioni di euro

di Salvatore Santoni
Cantieri interrotti del Superbonus: nell’isola sospesi lavori per 300 milioni di euro

Lo stop riguarda il 16% dei condomìni, il blocco potrebbe essere definitivo. C’è il rischio di contenziosi tra imprese e committenti per la riduzione delle agevolazioni

14 gennaio 2024
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Sassari Il Superbonus 110% non c’è più ma continua comunque a seminare grane, anche in nell’isola. L’ultimo report dell’Enea, aggiornato a dicembre e pubblicato lunedì scorso, certifica che in Sardegna ci sono ancora quasi 300 milioni di euro di lavori da completare per i quali si apre la strada dello scalone dal 110 (o dal 90) al 70 per cento. Di questi, oltre la metà (168 milioni), sono riferiti a lavori condominiali, che hanno il 16% di lavori non ancora chiusi. Si tratta di cantieri per i quali è altissimo, nonostante le previsioni del decreto legislativo 212/2023 di fine anno, il rischio di blocchi e contenziosi tra imprese e committenti.

I dati dell’isola I numeri più alti in controvalore in euro registrati dai cantieri nell’isola riguardano i condomini. In totale sono soltanto 1.514 interventi, quelli con i lavori conclusi risultano l’84,4 per cento. Un dato che colloca la Sardegna più o meno a metà della classifica dei lavori arretrati sui condomini. Per quanto riguarda gli edifici unifamiliari, invece, gli interventi mappati sono 10.624, per un totale di investimenti pari a oltre 1,2 miliardi di euro. In questo caso la percentuale di lavori realizzati è il 91,8 per cento. Infine, ci sono i lavori nelle unità immobiliari indipendenti, che nell’isola sommano a 3.151 unità, per un totale di oltre 335 milioni di euro di investimenti e lavori realizzati per il 92,3 per cento.

Futuro incerto Per tutti questi lavori si apre ora una fase complicata. Dopo il taglio delle agevolazioni al 70%, infatti, i committenti potrebbero decidere di non portare avanti i lavori: in caso di sconto in fattura, infatti, saranno loro a dover compensare la quota non più coperta dallo sconto fiscale. Per effetto delle nuove norme del decreto legislativo 212/2023, anche qualora non fosse raggiunto il doppio salto di classe previsto dalla legge come requisito per il Superbonus, questi condomini non saranno oggetto di recupero degli sconti da parte dell’Agenzia delle entrate. Tradotto: la scelta di fermare tutto sarebbe quella meno problematica. Dall’altro lato, però, molti potrebbero provare ad andare avanti, rinegoziando i contratti avviati.

Le alternative C’è anche chi potrebbe sfruttare le altre possibilità concesse dalle norme. Ci sono sempre i possibili bonus alternativi. L’entità del taglio ha infatti avvicinato il “grado di convenienza” del Superbonus ai figli minori Sismabonus ed Ecobonus. E quindi qualche condominio potrebbe ritenere più semplice percorrere queste strade. La prima è un’agevolazione fino all’85%, la seconda può raggiungere il 75% e comporta meno oneri amministrativi rispetto al Superbonus. Resta in ogni caso il rischio che queste soluzioni alternative non riescano comunque a fermare un’ondata di contenziosi civili legati alla mancata esecuzione dei lavori, ai ritardi nella consegna delle opere e al blocco dei cantieri.

In Italia A livello nazionale la media dei lavori condominiali non ancora conclusi è dell’84,9%: resta, cioè, circa il 15% di lavori ancora da realizzare nei condomini, pari a poco meno di 9,7 miliardi di euro. La mappa dell’Italia racconta come il Superbonus 110% sia stato utilizzato dal 2020 in poi, ma anche quanti ritardi sono stati accumulati in questi mesi. La regione nella quale sono stati messi in cantieri più interventi condominiali è la Lombardia che ha superato di poco i 13 miliardi di euro di lavori ammessi a detrazione per queste unità. Dietro, molto lontana, c’è l’Emilia-Romagna, a quota 6,4 miliardi di euro, praticamente la metà della Lombardia. Seguono il Lazio con quasi 5,8 miliardi e la Campania con quasi 5,4 miliardi.

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