La Nuova Sardegna

Gli invasi si riempiono

Siccità in Sardegna, le piogge fanno rientrare l’emergenza

di Claudio Zoccheddu
Siccità in Sardegna, le piogge fanno rientrare l’emergenza

La Cabina di regia della Regione aveva deciso altre chiusure a Maccheronis e Lerno. Poi con le piogge il livello degli invasi è salito e si è deciso di attendere qualche giorno

03 marzo 2024
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Sassari L’emergenza rientra ma fa ancora paura. Le piogge degli ultimi giorni hanno assestato una robusta spallata alla siccità e quelle che arriveranno tra oggi e martedì potrebbero finalmente riportare alla normalità una situazione che fino alla scorsa settimana era drammatica. Infatti, poco prima che le piogge irrompessero sull’arido orizzonte isolano, la “cabina di regia” dell’emergenza idrica, composta dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico (Adis) e dell’Ente Acque della Sardegna (Enas), aveva deciso di inasprire le restrizioni per l’agricoltura chiudendo l’acqua della diga di Maccheronis e limitando quella erogata dal bacino di Monte Lerno. Per fortuna, prima ancora che i rubinetti venissero chiusi, è arrivata la pioggia.

La situazione Scorrendo il bollettino degli invasi emesso ieri e relativo alla situazione fotografata il 29 febbraio, la condizione era ancora drammatica. Sebbene le percentuali di riempimento degli invasi fossero leggermente migliorate, appena dell’1%, il livello di allerta non era calato. Dei 29 invasi dell’isola, solo il Liscia poteva operare in regime ordinario. Tutti gli altri avevano raggiunto il livello di allerta con cinque invasi, (Punta Gennarta e Medau Zirimilis del sistema idrico dell’Alto Cixerri, Maccheronis di quello di Posada,Bau Muggeris e Santa Lucia del sistema dell’Ogliastra) stabilmente iscritti al livello più alto dell’emergenza. Da qui l’ordine di chiudere i rubinetti a Maccheronis e a Monte Lerno che, nel giro di poche ore, è stato sostanzialmente declassato a semplice indicazione. Un meccanismo farraginoso, quello innescato dalla “cabina di regia” che ha impiegato mesi ad arrivate ad una decisione sospesa, ma quasi cancellata, nel giro di poche ore. In più, la siccità ha strozzato l’isola con un tempismo perfetto, perché le elezioni e l’avvicendamento alla guida della Regione sembra che abbiano disinnescato anche ancluni meccanismi delle agenzie regionali.

I consorzi La data della chiusura era quella del 1° marzo: «Dovevamo chiudere tutto, lasciando aperta solo la distribuzione dell’acqua potabile – spiega Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale –. Adesso siamo in contatto con Enas e Adis e stiamo prendendo tempo. Anche perché chiudere l’erogazione non è come chiudere un rubinetto, ci vogliono circa dieci giorni e ce ne vogliono altrettanti per riaprire». Le piogge, come detto, hanno cambiato lo scenario: «Nelle ultime 48 ore a Maccheronis sono entrati due milioni di metri cubi d’acqua ma l’effetto benefico delle ultime piogge continuerà perché le falde sono piene ed è presumibile che arrivino circa 500mila metri cubi ogni giorno per i prossimi dieci giorni». A dare ulteriore tranquillità ci pensa la diga di Pedra e Othoni, sul Cedrino: «Che è quasi piena», conferma Giuso. Le previsioni meteorologiche, poi,fanno il resto: «Se pioverà come annunciano le previsioni, entro mercoledì Maccheronis potrebbe arrivare a 12 o 13 milioni di metri cubi d’acqua su un massimo di 24».

Un’ottima notizia che fa il paio con quelle che arrivano dal Consorzio di bonifica del Nord Sardegna: «Da marzo dovevano iniziare le restrizioni a Monte Lerno, per il momento solo sull’irriguo e non sull’abbeveraggio – spiega il presidente Toni Stangoni – ma adesso stiamo prendendo tempo perché solo ieri (venerdì, ndr) a Monte Lerno è entrato un milione di metri cubi d’acqua mentre il Coghinas è a posto, anche se c’è meno acqua rispetto all’anno scorso». Stangoni, poi, fa un appello ai nuovi amministratori regionali: «E necessario un piano pluriennale di finanziamenti per le nuove condotte. Diversamente continueremo a pompare acqua pagata dagli utenti ma perdendone il 40%».

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