La Nuova Sardegna

La replica

Pecorino, l'assessore Satta: «Difendiamo la nostra identità. Noi non cambiamo idea»

Pecorino, l'assessore Satta: «Difendiamo la nostra identità. Noi non cambiamo idea»

«Investiamo per migliorare le razze sarde»

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Sassari Caccia alla pecora straniera. Per una giusta causa, secondo la giunta regionale: «Solo caratterizzando le produzioni sarde come realmente sarde, senza l’arrivo di razze ovine esotiche e aliene, creeremo un valore aggiunto». Le parole sono dell'assessore regionale all'Agricoltura, Gian Franco Satta.

Quando Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano doc, ha contestato il “no” della Regione, Satta ha fatto spallucce: «Non capisco perché il consorzio adesso si oppone». Interpellato, conferma la sua posizione e spiega: «La Regione in passato si era già espressa, nel 2021 il consorzio aveva inserito le razze autoctone e la Regione aveva dato parere favorevole a quella introduzione e modifica, quindi qui è il consorzio a essere tornato indietro». Un disciplinare di produzione del formaggio senza una lista che specifichi che le razze di pecore debbano essere solo quelle autoctone, per il vertice dell'assessorato all'Agricoltura, non è proprio possibile.

«Noi abbiamo condiviso un percorso di aggiornamento del disciplinare, ma non possiamo accettare modifiche che minano l'identità stessa del pecorino». E secondo Satta, sarebbe così con «l'introduzione di razze esotiche e quindi non autoctone». Questioni di difesa della razza. Quella ovina, si intende.

Dal consorzio, alla domanda su quale sia quella migliore per aumentare effettivamente la produzione di latte, e quindi di formaggio, arriva una risposta che è chiara espressione della posizione della filiera aderente che ha votato l’ultima modifica a dicembre 2024: «Quella che i pastori decideranno di allevare», senza guardare alle etichette di provenienza. Invece la giunta regionale chiede un intervento proprio verso una revisione. Come si legge nella delibera dove era chiamata a dare un parere, comunque non vincolante, sul disciplinare di produzione, a firma di Alessandra Todde, è arrivato un “no” secco: «Indirizzo contrario, sulla proposta di modifica al disciplinare di produzione del Pecorino Romano DOP, in ordine al mancato inserimento dell'elenco delle razze ovine tradizionali ammesse per la produzione del latte destinato alla trasformazione in Pecorino Romano DOP, esprimendo un parere senza osservazioni sui restanti punti». La Regione Lazio, intanto, ha dato invece esito positivo. Maoddi rilancia: allora la politica agisca con contributi alla filiera. Satta annuisce: «Certo, è una delle azioni prioritarie». Nello specifico, l'assessore detta le linee-guida: «Sono assolutamente d'accordo sull'introduzione di elementi di premialità e di investire sul miglioramento della genetica delle nostre razze, rendendole più competitive. Come? Da una parte proteggendo l'identità sarda e poi procedendo con interventi per incentivare e potenziare la produttività». Il braccio di ferro continua. (p.ard.)

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