La Nuova Sardegna

Lotta ai tumori

Il paradosso: più vivi, più pesi sulla sanità pubblica

Il paradosso: più vivi, più pesi sulla sanità pubblica

La percentuale di sopravvivenza è raddoppiata, ma così si prolunga il follow-up

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Sassari Curare bene fa risparmiare perché riduce altri costi. Secondo le stime, un paziente che risponde positivamente all’immunoterapia può far risparmiare fino a 20.000–30.000 euro l’anno in spese evitabili: meno accessi in ospedale, meno esami d’emergenza, meno cure palliative complesse. Ma c’è un’altra considerazione da fare: chi sopravvive grazie a queste terapie resta più a lungo in carico al sistema sanitario. È un effetto paradosso: cura che funziona = più anni di costi sanitari.

In sintesi, quando un paziente oncologico risponde bene: non muore in pochi mesi, come accadeva con le vecchie terapie. Entra in una fase di “cronicizzazione” della malattia o persino di lunga sopravvivenza. Continua a richiedere: follow-up, esami, visite, supporto farmacologico, monitoraggio tossicità tardive, a volte nuove terapie. E quindi il costo “annuo” più basso si moltiplica per più anni. Proseguirà nell’eseguire controlli periodici, ad assumere farmaci, ad avere bisogno di specialisti. Vediamo un esempio concreto.

Il paziente A non risponde all’immunoterapia: sopravvivenza 8 mesi, costo annuale medio €136.000 (costo alto iniziale), costo totale stimato €136.000. Il paziente B risponde bene: sopravvivenza 3 anni, costo medio €109.000 all’anno , costo totale stimato €327.000 (quasi 3 volte tanto).

In pratica il Paziente B costa di più nel lungo termine, ma ha guadagnato 2 anni di vita in buona qualità, e spesso torna anche parzialmente attivo (famiglia, società, lavoro) e produttivo. Tutto questo pone una domanda delicata, ma inevitabile: quanto siamo disposti a spendere per guadagnare un anno di vita in buona salute? La sanità pubblica usa una misura chiamata Qaly – Quality Adjusted Life Year – per valutare se una terapia è sostenibile. In Italia, si considera accettabile un costo tra i 30.000 e i 50.000 euro per Qaly. Le nuove immunoterapie, pur essendo costose, spesso rientrano in questa soglia, grazie ai risultati ottenuti.

Allungare la vita comporta costi maggiori nel tempo, ma, non si tratta di una spesa inutile, bensì di un investimento in anni di vita di qualità. Il paziente usa servizi sanitari, ma non è più “acuto”, e quindi meno costoso rispetto alla fase terminale. E a livello sociale ed etico, offrire anni di vita in più è un obiettivo centrale della medicina moderna. (lu.so.)

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