La Nuova Sardegna

Intervista esclusiva

Alessandra Todde: «Vado avanti e la squadra non cambia»

di Silvia Sanna
Alessandra Todde: «Vado avanti e la squadra non cambia»

La presidente della Regione: «Trasporti, sanità, stiamo mantenendo le promesse. Decadenza? Sono serena, lavorerò sino all’ultimo minuto»

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Sassari Non si dà un voto, perché è una perfezionista «diciamo pure una secchiona» perennemente insoddisfatta. Ma sicuramente promuove la sua giunta: assessori blindati «e nessuno scambio di deleghe a meno che non ci siano specifiche richieste» sino alla scadenza del mandato, naturale o anticipata. La presidente della Regione Alessandra Todde un anno e mezzo dopo l’elezione: stesse idee, stesse priorità d’azione, alcuni progetti realizzati, altri in corso d’opera. Qualche delusione, perché tra il dire e il fare c’è di mezzo un mostro chiamato burocrazia «che rallenta, e io invece vorrei fare le cose subito», e una vicenda giudiziaria, quella della decadenza, piovuta addosso a gennaio ma che lei, assicura, ha sempre affrontato con serenità.

Presidente, ha mai pensato di dimettersi?

«Mai. Che senso avrebbe? Il mio incarico è a tempo e l’ho sempre saputo. L’unica cosa è lavorare come una matta, a testa bassa, sino all’ultimo minuto che avrò a disposizione. L’ho promesso ai sardi, ho fatto un patto e non posso tradire la loro fiducia. Sono fiera del fatto che credano in noi e delle cose che stiamo facendo, di alcune in particolare».

Faccia degli esempi.

«La continuità territoriale aerea. Abbiamo superato tutti gli ostacoli grazie a un confronto proficuo con la commissione europea e con il governo, domani (oggi ndr) in giunta daremo il via libera allo schema e non resterà che attendere il decreto ministeriale che darà l’ok al bando. Ad aprile entreranno in vigore le nuove regole e saranno eliminate alcune storture che abbiamo ereditato».

Quali? «Non c’era attenzione verso i sardi emigrati, ora chi ha legami parentali avrà degli sconti per tornare in Sardegna. Per anni quando lavoravo fuori dall’isola e rientravo a casa mi sono sentita discriminata. Poi c’è la questione incredibile dei lavoratori: per 6 mesi all’anno il bando precedente li trasformava in turisti. Ora viaggeranno a tariffe calmierate tutto l’anno».

Il tema dei trasporti era una delle priorità insieme alla sanità. In questi 18 mesi le liste d’attesa non si sono accorciate, i medici di base sono figure in via d’estinzione. I cittadini faticano a percepire un cambio di passo.

«La sanità è un tema complesso e non abbiamo mai immaginato di poter fare miracoli. L’intero sistema va rilanciato e noi lo stiamo facendo partendo dalla base. La nomina di nuovi commissari delle Asl va in questa direzione. Così come gli accordi con i sindacati per motivare i sanitari, gratificare medici, infermieri, il personale nel complesso. Sui medici di base negli ultimi anni è mancata la programmazione, non si è ragionato sul fatto che tanti sarebbero andati in pensione. Stiamo studiando incentivi per avvicinare i più giovani a questa professione».

Nel frattempo si richiamano medici dalla pensione e ci sono situazioni limite, come sindaci che si rimettono il camice.

«I medici in pensione ci stanno aiutando a gestire la situazione: il loro utilizzo, impugnato dal Governo, è stato ritenuto legittimo dalla Corte costituzionale. Per quanto riguarda il sindaco medico a Bonorva, ci auguriamo che situazioni simili non debbano più verificarsi».

E le liste d’attesa?

«Il primo problema è il cup, che funziona male. L’anno scorso 100mila sardi non si sono presentati agli appuntamenti e quegli slot non sono stati assegnati ad altri. È una cosa di una gravità estrema destinata a ripetersi: da gennaio a maggio già 42mila visite sono state annullate senza preavviso. Non siamo rimasti con le mani in mano: abbiamo dato vita a un nuovo cup che prevede procedure di recall e un sistema di penali per chi non si presenta. E le agende della Asl devono essere trasparenti, in comunicazione l’una con l’altra. Questo è fondamentale. Il professor Minerba è il professionista che abbiamo nominato per migliorare il sistema, i servizi e la tempistica delle prestazioni».

A proposito di nomine, la accusano di averne fatto tante, troppe, persino di più rispetto a chi l’ha preceduta, con molti incarichi super pagati.

«Non c’è niente di vero. Gli incarichi non si inventano e le nomine che abbiamo fatto erano tutte previste. La differenza sa qual è? Che noi facciamo le cose in trasparenza, pubblichiamo le delibere di giunta puntualmente, non c’è niente di segreto. Forse dà fastidio questo».

La nomina dei commissari Asl è stata impugnata dal Governo, così come le legge sulle aree idonee e il Salva casa sardo. Sente ostilità da parte di Roma?

«No. È legittimo che il Governo impugni le leggi e che la Regione difenda le sue scelte. Le posizioni sono spesso diverse ma il confronto c’è. Sui medici in pensione, altra legge impugnata, avevamo ragione noi, la Consulta ci ha dato ragione».

In queste settimane lo scontro è nato in seguito alla decisione di trasferire nel carcere di Uta 92 mafiosi detenuti sottoposti al 41-bis Ci sarà l’incontro con il ministro Nordio?

«Si, è stato fissato per il 16 settembre».

Che cosa gli dirà?

«Spiegherò che la Sardegna non può accogliere quel numero di detenuti. Il governo deve ricordare che la sanità è a carico della Regione, come potrei spiegare ai cittadini che dovrebbero pagare anche quella dei reclusi? Senza dimenticare le ripercussioni di natura sociale, l’impatto sulla sicurezza. Accetteremo una quota di detenuti, faremo la nostra parte come sempre ma chiederemo che sia lo Stato a provvedere all’assistenza».

Ha promosso la sua giunta, anche la maggioranza ha superato l’esame?

«Certo, questa è una maggioranza unita. Ma è chiaro che le discussioni non mancano. Ma c’è coesione sulle priorità e sugli obiettivi».

Con il Pd le frizioni non sono mancate, soprattutto sulla sanità e sulle nomine alle Asl.

«Siamo diversi, lo sapevamo sin dall’inizio. Ma l’intesa c’è».

Secondo lei il Campo largo ha un futuro in Sardegna e in ambito nazionale?

«Si, e le alleanze per le Regionali lo stanno dimostrando».

In campagna elettorale lei ha avuto il forte appoggio da parte della segretaria del Pd Elly Schlein. Come sono attualmente i rapporti tra voi?

«Ottimi, io ed Elly ci sentiamo e ci confrontiamo spesso. Il nostro legame è nato prima della mia candidatura alle Regionali, durante le precedenti esperienze di entrambe a Roma e in Europa».

La Schlein e la Meloni hanno litigato anche sull’andamento della stagione turistica. Secondo lei come sta andando in Sardegna? «Secondo me bene, con presenze più diluite a partire da giugno. I turisti sono venuti da noi non solo per il mare ma anche per cercare un altro tipo di esperienza. E’ quello che vogliamo, allungare la stagione».

Forse hanno snobbato il mese di agosto per via dei prezzi dei trasporti. Non solo gli aerei, anche le navi hanno giocato al rialzo. «Verissimo. Una situazione sulla quale bisogna intervenire. Sul tema trasporti ci soffermiamo molto sugli aerei, ma la Regione deve avere voce in capitolo anche per quanto riguarda le navi e la continuità territoriale marittima».

Nell’estate dei rincari e dei prezzi eccessivi al ristorante, il presidente del Senato La Russa e la ministra Santanché sono andati a pranzo in un locale esclusivo nell’arcipelago della Maddalena. Che ne pensa?

«Io tendo a non giudicare le scelte degli altri. Ognuno nella vita fa quello che vuole...»

Lei frequenta o ha curiosità verso quel genere di locali?

«Diciamo che io preferisco tenere un profilo basso. Sono sempre stata molto riservata. Ma questo non significa che non possa andarci per una occasione speciale».

Ma la sua vacanza ideale qual è?

«Sport, mare, amici, gite a cavallo, avventura. Ma anche musica, presentazione di libri, chiacchierate. L’ho appena fatta questa breve vacanza in mezzo alla natura».

Natura sarda?

«Beh si. Ho viaggiato tanto, ovunque, ma le vacanze sono qui, a casa. Anzi, ho un consiglio per chi ha le mie stesse passioni: suggerisco la discesa da Genna Silana alla gola di Gorropu. Uno spettacolo, una emozione che ho provato tante volte. Quest’anno purtroppo no, per via dell’alto rischio incendi».

Una vera piaga per l’isola, anche in questi mesi. Che cosa vorrebbe dire a un incendiario?

«Che bruciando gli alberi della sua terra danneggia l’economia, distrugge l’ambiente, aumenta la siccità, mette in pericolo il futuro dei suoi figli».

Se non ci fossero di mezzo burocrazia, tempi e regole, quale sarebbe l’intervento che farebbe domani per la Sardegna?

«Sconfiggerei la siccità. Realizzerei un sistema di dighe e di bacini interconnessi, porterei l’acqua ovunque. Ci stiamo lavorando, abbiamo messo in campo tante risorse. Ma ci vuole tempo. E io invece vorrei sempre andare più veloce».

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