La Nuova Sardegna

La dimora

Fininvest frena ma Villa Certosa è destinata a cambiare padrone: ecco cosa sappiamo

di Luigi Soriga
villa ' La certosa '
villa ' La certosa '

La residenza più famosa d’Italia si prepara a smarcarsi dal testamento simbolico del Cavaliere a due anni dalla sua morte

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Sassari «Stiamo raccogliendo varie manifestazioni di interesse, ma al momento non ci sono trattative in fase avanzata». Così Fininvest prova a raffreddare il termometro dell’ennesima febbre immobiliare. Una cosa però è certa: Villa Certosa è pronta a cambiare padrone, e con essa un’epoca intera.

La residenza più famosa (e famigerata) d’Italia, la villa sarda di Silvio Berlusconi, si prepara a smarcarsi dal testamento simbolico del Cavaliere, due anni dopo la sua morte. Con discrezione, ovviamente. Anzi, con quella discrezione rumorosa che accompagna ogni faccenda miliardaria: smentite ufficiali, conferme ufficiose, nomi che si rincorrono tra gli alberi di Punta Lada e gli uffici di Sotheby’s International Realty.

Il prezzo della leggenda

La valutazione, ultima del 2021, parlava di 260 milioni di euro. Gli eredi – Barbara, Luigi ed Eleonora – alzano la posta: non meno di mezzo miliardo. E se davvero la trattativa con un facoltoso arabo fosse in corso, come annunciato sulle pagine della Nuova Sardegna, si tratterebbe della compravendita più ricca mai avvenuta in Sardegna.

Un record coerente con la villa stessa: 126 stanze, 4.500 metri quadri, 120 ettari di parco, teatri, bungalow, serre, palestra, una grotta segreta con mosaico di Nettuno e un tunnel che sbuca in mare. Una Disneyland del potere, costruita dal Cavaliere negli anni ’80 dopo averla sottratta a Flavio Carboni, che anni dopo definì la vendita «un furto».

Il set del potere

Villa Certosa non è mai stata solo una casa. È stata una scenografia. Qui passavano Tony Blair e Vladimir Putin, Aznar e Mubarak. Qui Berlusconi stringeva mani di statisti e accarezzava gambe di meteorine. Qui si sono prese decisioni di politica estera e si sono consumati spettacoli da cabaret estivo.

Tutto dentro una cornice che sembrava finta: laghi artificiali, anfiteatri di cartapesta, feste a tema. E soprattutto, gli scatti di Antonello Zappadu: le foto che mostrarono al mondo un premier che palpeggiava, oppure il primo ministro ceco Topolánek, nudo come un turista in spiaggia.

I pretendenti

Villa Certosa è stata a lungo oggetto di desiderio per miliardari di mezzo mondo. Nel 2009 si parlava della famiglia Al Nahyan di Abu Dhabi. Nel 2013 di un magnate spagnolo pronto a mettere sul tavolo 400 milioni. Un anno fa era il turno del sultano del Brunei, o della catena alberghiera Four Seasons. Tutte trattative svaporate tra smentite e imbarazzi.

Oggi tocca a un misterioso acquirente arabo. Forse. Perché Fininvest smentisce, o meglio, prende tempo: «Non commentiamo indiscrezioni su singoli interlocutori». Intanto, però, l’incarico a Sotheby’s segna una svolta: non più la villa delle vacanze estive degli eredi, ma un capitale da monetizzare.

La fine di un’era

E così, se davvero la Certosa passerà di mano, cadrà anche l’ultimo sipario di un’epoca. L’era in cui un uomo aveva trasformato la Sardegna in una scenografia personale, il potere in un harem di sorrisi, la politica in un’eterna festa privata.

Resterà la villa, forse in mani arabe, forse trasformata in resort per altri milionari. Ma non sopravviverà l’aura che la circondava: il teatro estivo di Porto Rotondo, cabina di regia di un Paese intero.

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