La Nuova Sardegna

L’accordo

La birra Ichnusa fa bene all’ambiente: l’impianto di Assemini alimentato al 100% da energia green

STABILIMENTO ICHNUSA-HEINEKEN
STABILIMENTO ICHNUSA-HEINEKEN

Accordo tra Heineken Italia ed Engie Italia: avviata la costruzione di un parco fotovoltaico all’interno dell’area produttiva

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Assemini Il birrificio Ichnusa di Assemini sarà presto alimentato al 100% da energia rinnovabile grazie a un accordo tra Heineken Italia ed Engie Italia. È stata avviata infatti la costruzione di un parco fotovoltaico all’interno dell’area produttiva, con una capacità installata di 8,6 MW e una produzione stimata di circa 15 GWh l’anno. L’impianto sarà completato nei primi mesi del 2026 e rappresenterà uno dei più grandi progetti solari on-site di Heineken in Europa. L’intervento permetterà di coprire interamente il fabbisogno energetico del birrificio, eliminando le emissioni di CO₂ legate alla produzione di elettricità.

La collaborazione si basa su un Power purchase agreement della durata di 15 anni, che consolida l’impegno delle due aziende nel percorso verso la decarbonizzazione. «Questo progetto ci permetterà di produrre birra in modo sempre più responsabile e con energia pulita generata localmente», ha dichiarato Alexander Koch, amministratore delegato di Heineken Italia. «Una scelta che conferma il nostro legame storico con la Sardegna».

Per Monica Iacono, Ceo di Engie Italia, «strumenti come i Ppa sono fondamentali per sviluppare impianti da fonti rinnovabili in grado di soddisfare gran parte dei processi produttivi. Siamo soddisfatti di collaborare con Heineken in un progetto che rappresenta un investimento concreto a favore della sostenibilità».

La svolta green del birrificio si inserisce in un percorso già avviato. Dal 2015 Assemini ha ridotto del 52% le emissioni di CO₂ e del 40% i consumi idrici, puntando anche sull’economia circolare con il sistema del vuoto a rendere: ogni bottiglia può essere riutilizzata fino a 100 volte, con una vita media superiore ai 20 anni. La sede di Assemini non è solo un polo produttivo, ma anche un motore economico: 141 collaboratori diretti e oltre 5.300 lavoratori coinvolti nell’indotto, per un valore condiviso di 455 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2015.

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