L’insegnante di Capoterra al ministro Valditara: «Ogni giorno 150 chilometri per arrivare a scuola, mi rimborsi lei»
Alessandra Boi insegna all’istituto comprensivo di Villasimius: «Almeno 300 euro di benzina al mese, lo stipendio sarà sempre inferiore ad altri colleghi»
Sassari «Onorevole Ministro Valditara, Mi rivolgo a lei in qualità di insegnante di scuola primaria, attualmente assegnato a una sede di lavoro che dista circa 75 km dalla mia residenza, per un totale di 150 andata e ritorno. Come lei può immaginare, questo comporta un notevole impegno economico per le spese di carburante, che incidono significativamente sul mio stipendio», inizia così, candidamente, la lettera che Alessandra Boi, insegnante di Capoterra, ha deciso di indirizzare nientemeno che al ministro dell’Istruzione. Una «provocazione» per farsi ascoltare: «Chiedo direttamente a lui un rimborso per la benzina».
A raccogliere la sua storia è stato subita subito la giornalista Ygnazia Cigna su Open. Docente precaria con un’esperienza di oltre dieci anni tra scuole pubbliche e private, quest’anno ha partecipato al concorso («no, alla gara, è una vera e propria gara dove vieni scelto da un algoritmo») arrivando a inserire, tra le opzioni di sedi nella sua Provincia, anche Comuni lontani. Dalla graduatoria è stata destinata all’Istituto comprensivo di Villasimius. «E lavorativamente, per carità, è stata una gioia», commenta, ma dal punto di vista logistico sarà un inferno: Capoterra e Villasimius distano un’ottantina di chilometri, un’ora e venti di auto, «almeno 300 euro di benzina al mese».
Ogni mese il suo stipendio sarà inferiore, per dire, «rispetto a quello di chi vive a dieci minuti dalla scuola», senza possibilità di accedere a rimborsi di alcun tipo. Ed è proprio questo che Alessandra Boi propone al ministro. Così nella lettera: «Mi trovo in una situazione di svantaggio economico poiché i costi della benzina pesano notevolmente sul mio budget. In considerazione di ciò, chiedo cortesemente se sia possibile prevedere un contributo per le spese di carburante per gli insegnanti che, come me, si trovano a dover percorrere lunghe distanze per raggiungere la sede di lavoro. Un tale contributo potrebbe essere erogato sotto forma di buoni carburante o di rimborso parziale delle spese sostenute».
Il suo anno scolastico è iniziato il 2 settembre, spiega, con adempimenti e organizzazione delle classi. Dopo dieci giorni di viaggi, con sveglia alle 6 del mattino e ritorno a casa nel pomeriggio inoltrato, la fatica di un anno intero di scuola fa paura. E pensare che la prima campanella deve ancora suonare: gli alunni arriveranno lunedì: «L’anno scorso ho accettato una supplenza prima di sei ore e poi di dodici come insegnante di sostegno tra Capoterra e Sestu, in tre plessi – racconta –, stavolta sono contenta perché insegnerò le discipline in cui sono specializzata, matematica e scienze, e ho una classe prima. Di questo sono molto contenta. Il peso del viaggio, e la decurtazione fissa che avrò dallo stipendio, però, si fanno sentire». E pensare che qualche collega nella sua situazione ha preso casa a Villasimius. Perderà meno ore in auto ogni giorno, ma anche più soldi dal portafoglio.
Boi suggerisce anche tre opzioni di buoni che vengono utilizzati in aziende e privati e che potrebbero essere presi come esempio. «Se Valditara dovesse rispondermi confido che non ci sia problema per trovare la modalità giusta – sorride la prof –. Il contributo potrebbe coprire, se non tutto, almeno metà del budget speso e dimostrabile con gli scontrini. Insomma, avrei mille proposte».