Cinzia Pinna uccisa da Emanuele Ragnedda, le associazioni: «Ci stringiamo nel dolore, ma non restiamo in silenzio»
Prospettiva Donna Centro Antiviolenza interviene sul femminicidio, Unione Donne Italia denuncia: «La vittima non è una nota di colore»
Castelsardo «Con profondo dolore e indignazione apprendiamo della terribile uccisione di Cinzia Pinna, una donna la cui vita è stata spezzata dalla violenza maschile. Questa volta è accaduto nel nostro territorio ed è un colpo terribile al cuore di tutte noi operatrici che tutti i giorni siamo in prima linea nell’accogliere le sopravvissute alla violenza maschile».
Così sui social l’associazione Prospettiva Donna Centro Antiviolenza che pubblica un post di cordoglio per l’ennesima vittima di femminicidio: «Ci stringiamo nel dolore, ma non restiamo in silenzio. Un altro femminicidio. Un’altra donna che non potrà più parlare, scegliere, vivere. Il suo nome si aggiunge a un elenco che non dovrebbe esistere. È stata strappata al mondo da una violenza che non possiamo più tollerare. Un’altra vita cancellata dalla violenza misogina, dalla prevaricazione, dall’odio e dall’annientamento. Non possiamo abituarci. Non dobbiamo restare in silenzio. Non è un raptus. Non è un caso isolato. È l’estremo atto di un sistema che ancora oggi normalizza il controllo, la violenza, la sopraffazione sulle donne. Continueremo il nostro lavoro quotidiano: ascoltare, accogliere, proteggere, prendere parola e agire per il cambiamento. Perché nessuna debba più essere barbaramente annientata e uccisa. Ogni donna ha diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza. Noi non smetteremo di esserci. Ci stringiamo al dolore della famiglia e di tutte le persone vicine a Cinzia. Un dolore che sentiamo e ci colpisce tutte».
Sulla notizia del delitto interviene anche l’Unione Donne Italia: «Cinzia Pinna non è una nota di colore. Era una giovane donna di 33 anni, lavorava come cameriera, aveva una vita fatta di fatica, relazioni, desideri. È lei che va ricordata, non il blasone dell’assassino. Come UDI denunciamo con forza: i femminicidi non sono cronaca mondana. Le vite delle donne valgono più del prestigio sociale di chi le uccide. Non esistono attenuanti culturali o narrative per la violenza maschile. Il suo nome è Cinzia Pinna. E la sua storia non può essere oscurata.