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Trasporti aerei

Aeroitalia dice addio alla Sardegna, l’ad Intrieri: «La nuova Continuità fatta su misura per Ita, impugneremo il bando» – L’intervista

di Andrea Massidda
Aeroitalia dice addio alla Sardegna, l’ad Intrieri: «La nuova Continuità fatta su misura per Ita, impugneremo il bando» – L’intervista

La polemica: «Questo decreto cancella ogni concorrenza» E poi: «Abbiamo assunto 250 lavoratori, il 40% del nostro personale è sardo»

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Cagliari «Quello che la Regione Sardegna si appresta a lanciare è un bando sulla continuità territoriale aerea cucito su misura per una sola compagnia, presumibilmente Ita Airways. E noi lo impugneremo a Bruxelles». Gaetano Intrieri, amministratore delegato di Air Italy (da qualche giorno il nuovo nome di Aeroitalia), non usa mezzi termini per descrivere l’amarezza provata venerdì scorso quando ha letto il decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. E dopo tre anni di investimenti sull’isola e oltre 250 dipendenti, di cui il 40 per cento sardi, annuncia l’uscita dai collegamenti con la Sardegna a partire dal prossimo 27 aprile, giorno in cui – con l’avvio della Summer Season 2026 – il vecchio regime di continuità territoriale in proroga dovrà cedere il passo a quello nuovo voluto dalla giunta guidata da Alessandra Todde. Alla base della decisione, un sistema che secondo lui «viola apertamente il regolamento europeo 1008/2008 cancellando di fatto ogni concorrenza». E dire che appena due mesi fa aveva pronunciato queste esatte parole: «In due anni e mezzo di Ct abbiamo ottenuto ottimi risultati, anche in termini di passeggeri. Stiamo rafforzando la flotta e continueremo a investire in termini di risorse umane».

Professor Intrieri, andiamo per ordine. Come nuovo nome al posto di Aeroitalia avete scelto Air Italy. Quale ragionamento di marketing è stato fatto?

«Il motivo principale è stato avere un marchio che parlasse chiaramente della nostra identità. Inoltre è un nome che in Italia ha già una storia, quindi ripartiremo da una base riconoscibile».

L’Unione europea ha appena pubblicato il decreto del nuovo sistema di continuità territoriale elaborato dalla Regione. Lei che cosa ne pensa

«La mia impressione è che sia un sistema sbagliato e pericoloso. Intanto i bandi non sono ancora usciti, è stato pubblicato solo il decreto: cosa già anomala. E poi, da quello che abbiamo potuto leggere, non rispetta il regolamento europeo 1008/2008, in particolare gli articoli 16 e 17. Con questo meccanismo si cancella qualsiasi concorrenza».

In che senso si cancella la concorrenza?

«Perché non vincerà l’offerta economicamente più conveniente. Non sarà premiata la compagnia che garantisce un buon servizio a costi sostenibili. Verranno invece imposti requisiti che, di fatto, solo una compagnia può rispettare: Ita Airways. Così il mercato è azzerato, e gli altri vettori resteranno fuori. È una statalizzazione mascherata».

Faccia qualche esempio.

«Gli sconti per i passeggeri che dichiarano una parentela di terzo grado con i sardi. Verificare sarà impossibile e con questa norma chiunque potrà accedere alle tariffe agevolate. Poi mi vengono in mente i finger garantiti a Fiumicino e Linate. Impossibile. Nessuna compagnia può dare questa certezza, se non quella “scelta”».

Parteciperete comunque al bando?

«No, non possiamo. Partecipare significherebbe promettere servizi che non siamo in grado di garantire, e noi siamo persone serie. Non vogliamo illudere nessuno. Questo bando è stato costruito per portare lì solo una compagnia, e noi lo impugneremo a Bruxelles».

Prima del decreto avevate programmato investimenti sulla Sardegna?

«Sì. Avevamo assunto circa 150 persone in più proprio per rafforzare i collegamenti, non per ridurli. Avevamo persino in programma rotte interne tra Cagliari, Olbia e Alghero. Tutto questo ora viene cancellato da un decreto che ci mette fuori gioco». Quindi abbandonerete l’isola?

«Purtroppo sì. Per noi è un grande dispiacere, perché avevamo integrato la Sardegna nel nostro piano industriale. Ma così è impossibile restare. Dovremo spostare il baricentro della compagnia altrove, penso alla Sicilia».

E i dipendenti sardi? «Sono il 40 per cento. Personale molto preparato, legato al territorio, e che ha dato tanto allo sviluppo della compagnia. Ora dovrà adattarsi ad altre rotte, noi non licenziamo nessuno».

Che rapporti avete avuto con la Regione?

«Sempre di rispetto. Le istituzioni si rispettano, e noi continueremo a farlo. Ma resta il nodo: questo decreto non è conforme alle regole europee. Qualcuno dovrà impugnarlo, e noi siamo pronti a farlo».

C’è una novità positiva che vuole annunciare?

«Da dicembre apriremo una sala riservata a Fiumicino. Inoltre saremo tra i primi ad applicare le nuove regole Enac sui cani in cabina: per noi sarà un punto di forza. Nonostante tutto, continueremo a lavorare con serietà e a garantire servizi di qualità». 

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