Viaggio sull’asfalto del Nord Sardegna: tra buche, frane e incroci letali – GUARDA IL VIDEO
Sassari ha la rete viaria più ampia e pericolosa di tutta l’isola
Sassari Appena usciti da Sassari la discesa, con una serie di curve strette, a cavatappi. Costellate di accessi a raso di belle quanto pericolose ville. Poi l’inizio della Statale dell’Anglona, col suo muro di contenimento delle frane e, sulla destra, un mazzo di fiori che appassisce sul guardrail che ricorda uno dei troppi che in questa striscia di asfalto hanno trovato la morte. E l’incrocio a raso killer per Taniga, per risolvere il quale l’Anas ha aperto in queste settimane un attesissimo cantiere. Poco più avanti l’ospedale di San Camillo, con posteggio e fermata degli autobus dall’altra parte della carreggiata, che costringono a spericolati attraversamenti. E infine l’innesto sulla sp 25: tornanti stretti e accessi improvvisi di case e strade vicinali, una striscia di asfalto rifatto, memoria dei recenti lavori di sistemazione dei ponti, che crea un pericoloso scalino lungo chilometri, illuminazione inesistente per lunghi tratti. E migliaia di pendolari che la percorrono ogni giorno, stringendo le curve, sfidando la sorte.
È la strada da Sassari a Sorso. Solo una decina dei mille e cinquecento chilometri di strade provinciali del Sassarese: asfalto e buche, costoni franosi e incroci letali. E incidenti, tanti, tantissimi. Il numero maggiore in tutta l’isola, che pur non brilla per sicurezza. Con un tasso di mortalità rispetto al numero di incidenti che è il triplo del nazionale.
Una situazione drammatica, con la rete che fa capo alla Città Metropolitana di Sassari, la più estesa di tutta la Sardegna, che ha per il territorio un costo sociale insostenibile. E non solo per quello incalcolabile di morti e i feriti, ma anche per il tempo che i collegamenti mancanti fanno perdere. «Le carenze della rete costano 8500 euro all’anno a cittadino – ha spiegato l’assessore Antonio Piu mentre presentava i nove bandi tramite i quali la Regione finanzierà una serie di interventi anche sulla viabilità – una cifra insostenibile. Per questo ho chiesto 180 milioni allo Stato per la rete provinciale, e la Regione ne ha stanziato 120».
Infinito l’elenco degli interventi necessari, e in parte programmati. A iniziare da quelli che servirebbero sulle strade definite le più pericolose nel report dell’osservatorio sardo sulla sicurezza stradale del 2025: la 59bis e la 81 che da Marina di Sorso porta a Porto Torres. Con criticità che si potrebbero raccontare praticamente in tutta la rete viaria. Che causano più incidenti man mano che ci si avvicina a Sassari e le arterie sono messe sotto pressione da chi ogni giorno raggiunge il capoluogo per lavoro. Ma che nell’interno creano ancor più drammatico isolamento.
E quindi la strade provinciali sp 3 e sp 15, (con la Città Metropolitana che ha messo in campo fortunatamente 3,7 milioni per eliminare il pericolosissimo incrocio a raso tra le due in prossimità di Tissi), ma con interventi sulla Sassari–Ittiri, con asfalto degradato e segnaletica carente, non più rinviabili. O la sp 76. In campo c’è un progetto da 15 milioni per una nuova strada che colleghi Ploaghe a Osilo e Nulvi, nel mentre il Logudoro e dell’Anglona attendono