La Nuova Sardegna

Sassari

«Non c’è spazio per chi specula»

Parlano gli avvocati delle compagnie assicurative e dei privati cittadini

20 settembre 2013
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SASSARI. Gli avvocati delle compagnie di assicurazione mettono tutti sull’attenti: «Attenzione a non cadere nella tentazione di speculare su questo tipo di incidenti. Chi bara non ha possibilità di farla franca», spiega l’avvocato Gian Mario Dettori, legale della Reale Mutua Assicurazioni, società che ha un contratto con il Comune di Sassari. «Non vorrei che si creasse una nuova moda, quella di chiedere risarcimenti alle amministrazioni pubbliche per ogni buca o piccolo incidente stradale. È una moda che non paga perché affinché la domanda possa essere accolta deve essere provata l’insidia o trabocchetto. Ossia la buca o l’ostacolo che è causa dell’incidente deve essere non visibile o improvvisa per poter addossare alla pubblica amministrazione la responsabilità di quel sinistro». Per questo non tutti i procedimenti vanno a buon fine per chi trascina in causa il Comune sperando di vedersi ripagata una distorsione a una caviglia piuttosto che una frattura a un braccio. Sulla stessa linea l’avvocato Angelo Fois, della società Axa, anche questa in rapporti con Palazzo Ducale: «Fra tante richieste c’è anche una certa percentuale di persone che provano a speculare, ma non sono tante. Anche perché possono fare poco strada», precisa Fois. «In linea generale la gran parte delle richieste riguarda risarcimenti di piccola entità e quelle che mirano al pagamento di danni ingenti sono davvero poche, specialmente in città». Chi non sente mai, o quasi, odore di speculazione è l’avvocato Antonello Piana. Lui può definirsi uno specialista del settore, visto che fra le tante controversie attivate nei confronti del Comune di Sassari, Piana ne patrocina circa una ventina: «La maggior parte dei pedoni che cadono a causa di una buca stradale sono persone anziane, si fanno male davvero e non cercano di specularci sopra – spiega –. Per molti di loro i traumi delle cadute sono seri e condizionano realmente la loro vita futura. Ci sono anziani che cadendo si sono fratturati un femore, e questo è molto pericoloso per una persona avanti con gli anni. A volte chi subisce lesioni così importanti non si riprende più totalmente – continua – . Devo dire che io non ho mai incontrato fra i miei assistiti persone che volessero speculare sul proprio incidente. C’è chi ha davvero necessità di quei soldi per affrontare le cure mediche e c’è chi, anche per pochi spiccioli, vuole andare fino in fondo, per una questione di principio». (v.g.)

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