La Nuova Sardegna

Sassari

«Sei di Sassari se», e la moda esplode

di Giovanni Bua
«Sei di Sassari se», e la moda esplode

Pagine Facebook simili sorgono come funghi in tutto il circondario. E la creatura di Piras arriva a 21mila iscritti tra dubbi e risate

28 gennaio 2014
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SASSARI. E sono 21mila. Tanti da far venire le vertigini anche al fondatore del gruppo, l’agronomo Davide Piras. Che, dopo due giorni di religioso silenzio (rotto solo da un geniale «ma casa non ne avete») mette le mani sulla tastiera e pubblica un lungo e accorato post sulla pagina ormai cult “Sei di Sassari se...”: «Un’esplosione si sa, se inizialmente genere energia, caos e fragorosa risonanza, dopo un po’ non lascia niente. Anzi, rende tutto più arido della condizione precedente... Questo gruppo è nato senza una finalità, su questo filone si è mantenuto a galla ed è esploso anche inaspettatamente. Forse come si è aperto potrà chiudere in un momento. O forse si può, nella leggerezza dei nostri sfottò, dare un piccolo spazio a proposte che vengano da tutti, che non siano genialate, ma che abbiano il sapore e la semplicità di quel pane fresco, di di lu fiaggu bonu di lu trattaliu, di lu proffummu di la fainè, di un beddu goal al 90 di la Torrese. Questo gruppo è nostro....abà tocca a voi».

Si prende troppo sul serio verrebbe da pensare, (e lo sfottò alla sassarese nei commenti non manca, con su tutti: «Bello Davide. Non l’ho letto tutto perché è troppo lungo, ma bello»). Verrebbe solo però, perché scorrendo l’infinita pagina facebook (dei 21mila iscritti ognuno ha postato 5, 6, 10 volte, caricato foto, commentato e dispensato “mi piace”) l’amichevole gruppo nato dalla geniale intuizione del sassaresissimo 41enne, da 20 anni fuori per studio e lavoro (ora vive a Roma) è andato ben oltre lo scherzo. Un po’ perché i meccanismi che rendono virale qualcosa in rete sono misteriosi. Un po’ perché tanti avevano davvero tanto da dire.

Dopo due o tre giorni molto generazionali (dalla numerosa greffa di Davide Piras si è passati ai suoi coetanei) alla pagina si sono avvicinati anche i più grandi. E sono iniziate ad apparire foto e ricordi che sono dei veri e pezzi di storia della città. Da un fantastico ponte di Rosello ancora in costruzione (epoca fascista) a uno scatto del castello («ridatecelo») a decine di foto d’epoca dei candelieri (tra cui la prima discesa dei piccapietre nel 1955). Con una in cui un iscritto chiede di riconoscere i portatori, per poi svelare a chi aveva indovinato di essere il figlio di uno dei due. E poi ancora la meravigliosa carrellata nei personaggi tipici della città. E non i notissimi Gesuino Cosseddu o Parabà o Mognogno, ma i più “da intenditori” Maciste (il fortissimo Franco Pani, morto di polmonite al Conti, dopo aver dato dimostrazioni della sua forza per anni in tutta la città), o Angelino “carma carma” di San Pietro, o la “vigilessa”. E ancora le foto di centro storico, dei casotti di Platamona o i ricordi di giochi antichi, di luoghi che non esistono più.

Insomma, qualcosa che è andato oltre il semplice prontuario di divertenti “grezzate” dei 30-40enni. E che si è inevitabilmente allargato a macchia d’olio (al grido di “copioni”) in tutto il circondario. Con 2mila che si chiedono cosa fai se sei di Porto Torres, quasi mille di Bonorva. E poi Ittiri, Sorso, Pozzomaggiore. E tanti altri che sorgono come funghi. E spesso prolificano, anche se con numeri più “umani” rispetto alla pagina sassarese che, nel genere, è seconda solo a quella di Palermo (120mila iscritti ma ben altra anzianità e popolazione di partenza). Abbastanza per dimostrare che qualcosa di cui discutere, di cui emozionarsi, evidentemente c’è.

Sempre che i “troll” (anche se, visto il tema, si potrebbero usare espressioni più sassaresi) non facciano affondare tutto. O, peggio ancora, non ci pensi la sassareseria stessa. Così divertente all’inizio, ma alla lunga sempre così distruttiva e brava a giudicare e ad alzare barriere. Perché spesso dallo sfottò è facile passare all’insulto. E, come predice un utente, «Sei di Sassari se...questa pagina finirà nel solito affarratorio».

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