La Nuova Sardegna

Sassari

Traffico di cocaina, assolto dopo 14 anni

di Nadia Cossu
Traffico di cocaina, assolto dopo 14 anni

Cinquantunenne sconta la pena in Brasile e quando torna in Italia viene processato per lo stesso reato

24 giugno 2014
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SASSARI. Lo avevano fermato all’aeroporto di Rio de Janeiro – da dove avrebbe dovuto prendere il volo per rientrare in Sardegna – e gli avevano trovato 777 grammi di cocaina nella valigia. Lui aveva cercato di far capire alla polizia brasiliana che nulla sapeva di quella droga e che qualcuno doveva avergliela messa in borsa a sua insaputa. Non gli avevano creduto, era stato arrestato, subito processato e condannato a quattro anni di carcere. Pena che scontò in una prigione di Rio.

Era luglio del 2000. Carlo Borghesi, 51 anni, molto conosciuto a Sassari perché titolare di Radio Giovane, una delle prime radio libere nate in città, è uscito dal carcere nel 2004. Ma solo oggi, quando sono passati 14 anni da quel giorno di luglio del 2000, la sua incredibile vicenda processuale – e personale – può dirsi chiusa. Borghesi, assistito in questa lunga disavventura a lieto fine dall’avvocato Antonio Secci, è stato assolto.

Succede questo. Nel 2004, quando finalmente Borghesi esce dalla prigione di Rio de Janeiro e può – stavolta sì – imbarcarsi sull’aereo che lo riporterà nella sua isola, viene fermato appena atterrato a Roma. La Procura di Sassari gli contesta infatti lo stesso reato per il quale era stato già arrestato e processato in Brasile: ossia la detenzione di due chili di cocaina (anche se poi gliene trovarono “solo” settecento grammi). E quindi secondo i giudici sassaresi va riprocessato. Questo perché – per quanto riguarda il Brasile – non era valido il ne bis in idem, ossia quel principio di diritto che in campo penale comporta che un imputato non possa essere giudicato due volte per lo stesso reato.

Ma perché la Procura sassarese è interessata a questa persona? Bisogna fare un passo indietro e ricordare la famosa operazione “Giulietta&Romeo” portata a termine a dicembre del 2000 dagli agenti del commissariato di polizia di Alghero che avevano scoperto un grosso traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra la Colombia e alcune zone della Sardegna, tra queste il Sassarese. Nell’ambito di questa operazione, un anno dopo il sostituto procuratore Gianni Caria aveva interrogato nel carcere di Alba il pentito Sergio Sansoldo. Grazie al suo racconto era stata smantellata gran parte dell’organizzazione criminale. Sansoldo, facendo i nomi delle persone coinvolte nel traffico di cocaina, aveva anche citato «un corriere sassarese (non fa però il nome ndc) che è stato arrestato in Brasile» indicandolo come colui che avrebbe dovuto portare in Sardegna due chili di cocaina e aggiunse che questa informazione gli era stata riferita da un commerciante sassarese (del quale non scriviamo il nome perché nel frattempo è deceduto ndc) anche lui coinvolto nell’organizzazione criminale e per conto del quale il presunto corriere sassarese lavorava. Sulla base di queste rivelazioni considerate attendibili la Procura di Sassari decide di contestare a Borghesi il reato di detenzione di due chili di cocaina ai fini di spaccio. E così l’uomo finisce nuovamente sotto processo. Ma alcuni giorni fa Carlo Borghesi è stato assolto dall’accusa di detenzione dei due chili di cocaina perché il fatto non sussiste. Impossibile dimostrare quanto raccontato da Sansoldo. E per quanto riguarda invece i 700 grammi per i quali venne arrestato a Rio, il giudice Teresa Castagna ha deciso di non doversi procedere in quanto mancava la “condizione di procedibilità”, un’autorizzazione che il pubblico ministero avrebbe dovuto chiedere a suo tempo al ministero della Giustizia.

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